“Tutto va via come un treno nella notte. Contano solo due cose: tu e quella canzone. Tu sei il treno, quella canzone sono le luci nella notte”.
(da “Il rock di padre in figli” di M. Cotto )
Il treno e il viaggio, la connessione tra noi e i nostri figli, quello che in termini di passione per la musica trasmetteremo loro, sono solo alcuni tra i tanti significati che è possibile attribuire allo spettacolo del Rick Hutton Acoustic Trio.
Per la seconda volta, martedì 17 settembre, il circolo MCL di Mercatale ha aperto alla sua comunità le porte del rock, interpretato in forma acustica da un trio di chitarre e arricchito dalle parole del front man e cantante Rick Hutton, volto noto per le tante iniziative svolte in ambito musicale, tra cui la conduzione di Porretta Sound Music Festival e il ruolo di primo piano all’interno della storica emittente Videomusic.
Uno show collaudato e originale all’interno del quale le canzoni lasciano spazio ai racconti di Rick, un’avventura personale che cammina in parallelo alla storia contemporanea e che, attraverso il coinvolgimento emotivo del pubblico, diventa rito collettivo.
I pezzi, scelti accuratamente dalla band, richiamano trent’anni di storia, un percorso cronologico che va da Jonny Cash agli U2, dal rock and roll alla new wave; brani studiati e riproposti con arrangiamenti che superano con successo la difficilissima prova del concetto di Cover: rispettare il brano originale e rinnovarlo attraverso una nuova ed efficace interpretazione.
Rick Hutton, come in un talking blues senza soluzione di continuità, alterna storie di vita vissuta ad aneddoti leggendari in qualche modo legati ai brani proposti. Utilizzando il suo inconfondibile slang e forte del suo straordinario percorso professionale, il cantante e chitarrista coinvolge il pubblico evocando autori e interpreti iconici della musica proposta. ùE’ così che Bob Dylan si avvicenda ai Beatles degli Abbey Road studios, i Police degli esordi fanno spazio a un Neil Young in fuga verso il confine degli States, il giovane David Bowie appare insieme al suo grande amico Lou Reed, gli U2 di Pride seguono un’emozionante Purple Rain del compianto Prince.
Il format acustico proposto dal trio ricorda, a chi scrive, il sapore dei grandi spettacoli “unplugged” che, a metà anni 90, coinvolsero le band maggiormente in voga e fecero la fortuna di un’ancora giovane MTV.
Dal punto vista artistico e musicale, le basi per la riuscita dello spettacolo, s’identificano tramite il tappeto sonoro proposto dalle chitarre di Andrea Checcucci e Paolo Sodini, entrambi tecnicamente molto dotati e capaci, attraverso uno stile personale e riconoscibile, di integrarsi ed esprimersi con sensibilità ed esecuzioni efficaci.
Chi ascolta ha così la possibilità di riscoprire la bellissima Fragile composta da Sting grazie all’emozionante interpretazione fornita da Andrea e stupirsi per un’incendiaria versione dal sapore blueseggiante fornita da Paolo di Heart of Gold di Neil Young.
L’apice della serata è sicuramente Sultans of Swing, brano che, oltre a valorizzare l’amalgama delle chitarre protagoniste di un pregevole interscambio continuo, consente a Rick Hutton di consolidare il feeling con il pubblico, lieto di esprimere il proprio gradimento in un lungo applauso.
E’ così che il treno, passato questa sera da Mercatale, continua il suo viaggio grazie a chi è capace di condurlo con sapienza; è un treno che corre verso chi crede che la passione e la divulgazione di questo straordinario genere musicale sia soprattutto una questione che in qualche modo ha a che fare con il cuore, la conoscenza e l’eredità culturale che sapremo trasmettere ai nostri figli.
Elio Cresci
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