Buongiorno, ho tre figli che vanno a scuola a Tavarnuzze, ma abitiamo a Greve in Chianti.
Abbiamo scelto di mandarli a scuola lì perché io lavoro e, i miei genitori abitano, nel comune di Impruneta. Quindi ci è sembrata la scelta più logica.
Per i primi anni, anche se non eravamo residenti, per la mensa potevamo usufruire dell’Isee: da quando c’è il sindaco attuale questo non è più possibile.
Inoltre a gennaio 2020 è cambiata la società che fornisce la mensa e, quindi, anche le tariffe. Che sono andate alle stelle.
Dal lockdown di marzo l’ufficio mensa, dove potevamo effettuare i pagamenti gratis, non ha più riaperto.
E adesso siamo costretti a pagare, oltre alle tariffe, che sono tra le più alte tra i comuni limitrofi (5,80 euro a pasto), delle commissioni che vanno da 0,50 euro a 6,00 euro a figlio.
Con l’ufficio chiuso infatti le uniche modalità di pagamento sono le seguenti.
Per i pagamenti con Coop le commissioni sono le stesse del passato, ovvero 1 euro per i non soci e 0,50 euro per i soci.
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Per pagamenti presso ATM Intesa dovrebbero essere fissi a 1,10 euro.
In merito ai pagamenti online la commissione è variabile a scaglioni a seconda dell’importo ricaricato, e va dagli 0,75 ai 6 euro.
Ovviamente ogni bambino ha un suo codice e quindi per poter pagare la mensa devo fare tre pagamenti distinti.
La trovo una cosa vergognosa, considerando il fatto che stiamo parlando di scuola dell’obbligo.
Guendalina Mazzi
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