Da diversi decenni vivo con la mia famiglia nella frazione di Mercatale e più precisamente in un piccolo gruppo di vecchie case coloniche in fondo a via di Montignana tra vigne, olivi e boschi.
E’ sempre stata un territorio molto bello con un magnifico panorama che ha offerto a noi e agli abitanti della zona l’opportunità di fare a piedi o in bici percorsi anche circolari passando su vecchi sentieri tra boschi, ruscelli vigne e olivete.
Purtroppo oggi è tutto diverso perché l’azienda Antinori, proprietaria di molte delle vigne nell’area, con l’occasione di nuovi impianti, ha completamente recintato la zona con reti alte 2 metri, impedendo ogni possibilità di movimento.
Il nostro gruppo di case, dove vivono 4 famiglie, si trova praticamente chiuso tra le recinzioni di Antinori e, se per caso anche il proprietario del vigneto sull’altro lato decidesse di fare lo stesso, il risultato sarebbe che, a distanza di pochi metri, le nostre case sarebbero completamente circondate da reti, anche con conseguente perdita di valore: chi vorrebbe acquistare una casa in campagna senza avere la possibilità di fare delle passeggiate?
Questo comportamento, sicuramente ammesso dalla legge, denota comunque arroganza e mancanza di rispetto sia per le persone che lì vivono, sia per il paesaggio del tanto declamato Chianti, che risulta alquanto deturpato.
Inoltre impedisce il movimento a noi e agli animali che passavano per scendere al fondovalle ad abbeverarsi all’unico ruscello della zona.
A proposito di animali che, si pensa, siano la ragione di tutta questa chiusura, non sembrano così numerosi ed è difficile credere che possano causare danni maggiori del costo di tutta questa operazione e in ogni caso questi stessi animali si riverseranno sulle vigne non recintate.
Se tutti i proprietari seguiranno l’esempio di Antinori e chiuderanno i loro vigneti con reti di 2 metri il nostro Chianti apparirà solo come un immenso campo di concentramento.
Mario Vergani
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