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giovedì 28 Marzo 2024
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    76 anni dopo quel vile colpo dei tedeschi che ne causò la morte, cerimonia in onore di Guido Leoncini

    Emozione alla prima collocazione di una corona dopo il ritrovamento del cippo (disperso per decenni) in sua memoria, avvenuto nei mesi scorsi durante il lavori per un vigneto

    MONTESPERTOLI-SAN CASCIANO – Via di Lucciano, 17 luglio 1944: doveva essere un giorno come altri di quella calda estate con una guerra che, per fortuna, si avviava alla fine.

    Sicuramente passato all’erta, ogni minuto, da chi viveva con l’apprensione e la paura sempre accanto. Ma mai la famiglia Leoncini avrebbe pensato di vivere un tale lutto.

    Erano le 17.30 quando Guido Leoncini stava tornando dal bosco dove aveva accudito alle bestie, nascoste per non essere requisite dai tedeschi. Insieme a lui Gino Dini.

    Erano a pochi passi da casa, ignari che cinque tedeschi li stavano osservando dalla collina di San Quirico: una prima raffica fu sparata contro questi due uomini disarmati.

    Gino Dini riuscì a gettarsi a terra nascondendosi nell’erba; ma Guido, nel momento in cui attraversava il fosso, fu raggiunto da un colpo di moschetto al polmone sinistro. Perdendo così la vita.

    Settantasei anni dopo, il 17 luglio scorso, via di Lucciano è tornata ad animarsi quasi come nel 1944.

    “Qui vivevano tante famiglie di contadini – racconta un signore dai capelli bianchi – Oggi oltre al ristorante “Buzzanca” sono pochi ad abitarci, sono diventate seconde case di villeggiatura. E meno male che la campagna è tenuta bene”.

    L’occasione di vedere tante persone insieme è arrivata grazie alla tenacia di Franco Leoncini (classe 1933), figlio di Guido, che nel 2013 tornò nel punto esatto dove era stato messo un cippo in ricordo del padre ucciso. Ma il cippo non c’era più.

    E’ stato solo pochi mesi fa che quel cippo è stato ritrovato in mezzo a un campo, mentre si facevano lavori di scasso per realizzare una vigna.

    # Un cippo in ricordo del padre ucciso dai tedeschi, che riemerge durante i lavori di scavo di una vigna

    La gioia incontenibile di Franco nel poterlo finalmente rivedere ha fatto sì che quella terribile storia di morte tornasse alla ribalta della cronaca.

    Tanto che dopo avere preso contatti con il Comune di Montespertoli, il sindaco Alessio Mugnaini (insieme con alcuni consiglieri e assessori) ha voluto rendere omaggio a Guido Leoncini, andando a deporre una corona dove è stato ricollocato il cippo.

    Insieme al sindaco Alessio Mugnaini anche quello di San Casciano, Roberto Ciappi. Francesco Fusi, collaboratore dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza. E parenti, amici, conoscenti dei Leoncini.

    Mentre Franco ha fatto un ricordo di quanto avvenne quel tragico pomeriggio di settantasei anni fa, Francesco Fusi ha ripercorso quanto accaduto in quei giorni. E non solo nella zona di San Quirico in Collina.

    Per poi riprendere una definizione di Pierre Nora, storico francese, sul concetto di luogo di Memoria: “Luogo della Memoria è una unità significativa, d’ordine materiale o ideale, che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità”.

    “Nel caso di Guido Leoncini – ha proseguito Fusi – non credo di sbagliare nel dire che possiamo individuare, in questo luogo, un luogo di memoria. E lo dobbiamo sicuramente alla volontà degli uomini, o meglio alla volontà di pochi uomini, dei familiari della vittima, di Franco e dei suoi parenti, piuttosto che a quel lavorio del tempo che accennava Pierre Nora. Con la perdita del cippo si era smarrita la funzione memoriale: solo con l’impegno di ritrovarlo, grazie anche a questa cerimonia, sarà possibile che negli anni futuri inizi a essere un luogo di memoria”.

    Prima della deposizione della corona, ha preso la parola il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini: “Siamo vicini alla data della liberazione di Montespertoli ed io sinceramente non conoscevo questo episodio. Mi piaceva, a nome dell’amministrazione comunale, essere qui per fare un’operazione di giustizia nei confronti di una memoria che si era persa nel tempo. Prenderemo l’impegno, insieme alla famiglia, di tornare in questo luogo anche nei prossimi anni”.

    “L’intenzione – ha concluso Mugnaini – è anche di fare dei percorsi della memoria all’interno del nostro territorio, con i ragazzi delle scuole. Perché bisogna raccontare quello che è successo e distinguere da che parte stare della storia, affinché le barbarie come queste non si ripetano. Ringrazio la famiglia Leoncini per avermi concesso l’onore di essere qui oggi e ringrazio anche il sindaco di San Casciano per essere stato presente”.

    Dopo settantasei anni quindi, grazie alla tenacia di Frano Leoncini, è stato scritto un pezzo di storia. Ricostruito un pezzo di memoria. Per oggi ma, soprattutto, per domani.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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