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martedì 16 Aprile 2024
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    Magia alle elementari con la favola (che poi è una storia vera) di Becco di Rame

    La visita di Ottorino, l'oca di 8 anni salvata dal veterinario umbro Alberto Briganti con un becco... di rame

    SAN CASCIANO – I ragazzi delle classi seconde della scuola primaria di San Casciano potranno raccontare, grazie alla loro maestra Angela Piccini, di aver avuto l’opportunità non solo di leggere una favola, tanto vera quanto straordinaria, ma di aver conosciuto chi questa favola l’ha scritta e realizzata nella realtà.

     

    Avendo avuto la possibilità di toccarla con mano, accarezzarla e apprezzarne la magica bellezza.

     

    Una favola il cui protagonista in “carne e piume” è Ottorino, un maschio di oca di otto anni. E che dopo quello che gli è accaduto ormai è diventato Becco di Rame. Grazie al suo salvatore, un medico veterinario umbro, Alberto Briganti.

     

    Ed è stato lo stesso dottor Briganti che, giovedì 23 maggio, ha incontrato gli scolari nell’auditorium della scuola. Dove grazie a dei pannelli e parte degli attrezzi del lavoro, ha raccontato loro la storia di Becco di Rame.

     

     

    "Era il febbraio 2012 – ha iniziato il suo racconto – quando alla porta della mia clinica si è presentata piangendo la signora Gisella. In mano teneva una scatola di cartone con all’interno un’oca che non aveva più il becco. Erano dieci giorni che non mangiava. Ma cosa le era successo?…".

     

    "Nella notte – ha proseguito Briganti – una volpe era entrata nella casetta che ospitava le oche e altri animali da cortile, cercando di prenderne uno per mangiarselo. Ma non aveva fatto bene i conti con l’oca Ottorino, che ha difeso tutti gli altri animali dall’intrusione, riuscendo a far scappare la volpe. Che però, con un morso, le aveva strappato la parte superiore del becco".

     

    Gisella in un primo momento ritenne di non portare l’oca dal veterinario, perché pensava che avrebbe potuto farle ben poco; per dieci giorni con un cucchiaino aveva tentato di darle qualcosa da mangiare, ma senza successo, fino poi a decidere di portare Ottorino in clinica.

     

    E qui la genialità del dottor Briganti che, senza perdere tempo, si è recato nel garage dove un idraulico aveva lasciato una striscia di rame per le grondaie. Un materiale morbido, da modellare, che non arrugginisce.

     

    E così, forbici alla mano, quel giorno ha ritagliato un pezzo di rame realizzando un becco. Cosa che ha ripetuto in un attimo anche a San Casciano, davanti ai bambini attentissimi.

     

    Quel giorno, una volta realizzato il becco, Ottorino è stato addormentato in clinica per poi applicarglielo.

     

     

    Dopo un’ora, al momento del risveglio, il dottor Briganti ha sentito dei rumori provenire dalla scatola. E' andato a vedere scoprendo Ottorino che, risvegliatosi, aveva iniziato a beccare la scatola forandola con il nuovo becco di rame!

     

    Nel pomeriggio Gisella è tornata a riprendere l’oca e, poco dopo, ha richiamato il veterinario, al settimo cielo: Ottorino riusciva di nuovo a mangiare.

     

    Da quel giorno l'oca ha quindi ha preso il nome di Becco di Rame, riuscendo a re-integrarsi nel gruppo degli animali, diventando un "leader" nonostante la sua diversità, riuscendo anche a farsi una famiglia.

     

    Una storia fantastica, che ha fatto il giro del mondo. E che il dottor Alberto Briganti, nonostante continui la sua professione quotidiana di veterinario, riesce a portare in giro.

     

    Infondendo il rispetto della vita, il rispetto della diversità, l’amicizia, la condivisione e il legame che si crea tra l’uomo e l’animale.

     

    Una lezione bellissima, a dir poco apprezzata dai giovani studenti di San Casciano. E che, grazie al dottor Alberto Briganti e alle insegnanti, resterà impressa nelle loro menti. Pronti ad applicarla alla realtà che li circonda.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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