CERBAIA (SAN CASCIANO) – Ancora una truffa con falsi carabinieri. E ancora una volta i truffatori cambiano “schema”.
Niente più telefonata, anche perché la continua attenzione sul tema e sulla modalità del falso carabiniere o del falso avvocato che contatta a telefono per qualcosa capitato a familiari, è entrata nei radar di molti.
Ed ecco che, appunto, cambiano le modalità. E i truffatori si presentano direttamente alla porta di casa.
E’ accaduto ieri, martedì 14 maggio, a Cerbaia. A raccontarci l’accaduto è la figlia di una coppia di 87 anni, che vive nella zona degli impianti sportivi, che si è sentita violata nella sua casa in modo terribile.
“Intorno alle 12 – inizia a raccontarci – una persona si è presentata alla porta; che non è neanche la porta principale della casa, ma una porta che dà sul giardino. Un uomo ha bussato, vestito da carabiniere, con cappello, fondina, di tutto punto insomma”.
“Si è presentato a mia mamma – prosegue – alla quale ha chiesto di chi fosse la Fiat Punto parcheggiata fuori. Era l’auto del mio babbo, rientrato da poco, probabilmente lo avevano seguito”.
“E’ entrato in casa di prepotenza – continua il racconto – senza che fosse neanche mia mamma a farlo entrare, chiedendo queste informazioni. La mamma ha detto che era di suo marito, e lui le ha risposto dicendole che erano stati compiuti dei furti a Firenze, proprio con quell’auto”.
In casa c’è anche il marito. Ma sono anziani, colti di sorpresa da un uomo che è vestito e parla come se fosse davvero un membro dell’Arma. Non riescono neanche a prendere un telefono per contattare i familiari.
“Dice ai miei genitori che doveva controllare – prosegue la figlia – fotografare, vedere se c’erano soldi in casa, oro, altrimenti il mio babbo doveva andare in caserma per dimostrare che non era stato lui a compiere questi furti”.
“Quando i miei genitori hanno iniziato a sospettare che fosse qualcosa di strano – sottolinea – e mia mamma ha chiesto all’uomo se questa cosa fosse regolare, il falso carabiniere è diventato cattivo. Ha detto che avrebbe chiamato subito due pattuglie per far portare via il marito”.
La fine, purtroppo, è quella a cui il truffatore puntava: “Ha portato via i soldi (500 euro che per l’appunto mio babbo aveva appena prelevato alle Poste) e alcuni gioielli che aveva mia mamma. Un bracciale, una collana e un anello”.
“Il mio babbo – conclude il racconto – sconvolto, è partito subito per fare la denuncia ai carabinieri di San Casciano. Io per l’appunto ero fuori Firenze, ho mandato mia figlia da loro. Ho chiamato i carabinieri per dirgli che stava arrivando per denunciare… ma ormai il danno era fatto”.
Una modalità di truffa ancor più spregiudicata quindi, senza più neanche la “mediazione” del telefono e la possibilità di rendersi conto “in remoto”. Ma con il truffatore direttamente in casa.
E con la speranza che, proprio per questa presenza immediata e diretta, non vadano a crearsi (nel caso che si ripetano in futuro situazioni del genere) possibili colluttazioni.
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