Anche con il Franchi mezzo pieno, loro ci sono sempre. E c’erano lo scorso anno, quando era pieno per molto meno di metà. Il VC Sancalcolica nasce proprio alla fine della stagione 2011-2012, con squadra e tifosi che stavano raschiando il barile. "Proprio così, nel momento più buio siamo arrivati noi. Se non è fede questa..", raccontano i ragazzi vincendo il rumore che riempie il circolo Arci di San Casciano durante l’ora dell’aperitivo.
A voler essere pignoli, non si tratta proprio di un Viola Club. "Non abbiamo chiesto l’affiliazione a nessuna delle due associazioni ufficiali, ACCVC e ATF, né per il momento pensiamo di farlo, anche perché in molti non siamo tesserati. Scelta libera, ci teniamo a dirlo: chi vuole può tranquillamente avere la tessera".
Età media invidiabile ("Siamo tutti sui 22 anni poco più"), logico che lo striscione Sancalcolica si posizioni nel parterre, da tempo divenuto il discusso ma vitale centro alternativo della Fiesole. Dove si fa tifo e anche “banda”: "La domenica quante risate con gli amici degli Aficionados e del Porcellino". E leggende che iniziano a girare in curva: "Siamo diventati famosi perché si vocifera che un nostro membro riesca a bere l’olio esausto dove sono stati fritti i Cordon Bleu. Ci abbiamo fatto anche il nostro inno".
Come si dice, l’importante è farsi conoscere. Ma se crescerete e avrete numeri da club, pensate di diventare istituzionali? "La nostra impostazione è quella del classico gruppo di amici che ritrovandosi da tempo ha deciso di farlo anche la domenica per mettere in comune la passione per la Viola. E quindi si fanno le macchine per andare al Franchi o in trasferta. Non ci interessa avere altri tipi di vincolo, tutto perderebbe di naturalezza".
Trasferte poche però, senza tessera… . "Ad oggi è stata possibile solo Torino sponda granata (dove ogni tesserato poteva far entrare un conoscente, n.d.r.), ma speriamo che si ripeta l’occasione. E soprattutto speriamo che non diventi mai obbligatoria per entrare allo stadio: allora sì che gli impianti si svuoterebbero. D’altronde siamo in Italia, dove le cose cambiano dal giorno alla notte, no? In ogni caso, che sia stadio o partita in tv qui al circolo, per noi la domenica è sacra".
Con buona pace delle fidanzate… . "Fidanzate – ridono – e chi ce le ha quelle? No via, le ragazze ci sono nelle nostre vite, ma nel gruppo siamo e vogliamo restare solo uomini. Loro le vediamo il resto della settimana".
Finiamo con i giocatori: un più e un meno. "Di “meno” quest’anno ce ne sono pochi per fortuna, forse Llama ma non è poi così tragico. Il “più” assoluto va a Borja Valero. Anche se noi ci siamo legati parecchio a Giulio Migliaccio: dal parterre lo vediamo venire dalla panchina a scaldarsi tutte le domeniche, e partono i cori. Ci farebbe piacere anche incontrarlo: pensi che lo manderebbero a cena qui con noi?».
di Leonardo Pasquinelli
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