SAN CASCIANO – Chi alzerà la Chiave del borgo di San Casciano per l’edizione del Carnevale Medievale 2018, che si svolgerà nel pomeriggio di oggi, domenica 25 marzo?
Chi pensa che la Chiave che per anni ha chiuso e aperto l’ingresso del centro storico della Porta Fiorentina per chi arrivava da Firenze sia una leggenda… si sbaglia.
Riccardo Franchi, grande appassionato di storia sancascianese, alcuni anni fa ci rivelò che la sua famiglia custodisce la chiave originale del paese.
Non avemmo dubbi a credergli quando toccammo con mano quel pezzo di storia, un pezzo unico dal peso di circa due etti e mezzo, caratterizzato da ingranaggi strani, misteriosi, con una “S” che simboleggia San Casciano.
Quindi quale premio più prestigioso poteva essere messo in palio per il Carnevale Medievale Sancascianese se non la Chiave d’accesso "a lo borgo"?
Di sicuro l’originale rimarrà gelosamente conservato dai Franchi, però ecco l’idea di far “duplicare” quel cimelio a un fabbro artigiano della nostra epoca, all'azienda "Tani Franco e figli snc", che lavora nella zona artigianale del Bardella.
"La riproduzione? E' stato un bell’impegno – ci dice Luigi, il figlio di Franco Tani – ne abbiamo fatte due, una un po’ più grande rispetto all’originale, e un’altra molto più grande, in quanto deve essere ben visibile al pubblico".
Quanto tempo c’è voluto per rifarla? "Tre giorni, mi sono impegnato per tre sabati… in pratica nel tempo libero".
E’ davvero particolare come chiave: "E’ la prima volta che ho visto una chiave triangolare – ammette – Le classiche chiavi di oggi hanno il tubicino tondo, mentre quella è un triangolo vuoto con la “S”. L’ingegno era però tutto nella serratura: all’interno c’era una spina triangolare con delle lamelline che entravano nella “S”. Una chiave complicata paragonabile a una chiave di sicurezza dei nostri tempi".
Il mestiere del fabbro è un lavoro duro e d’ingegno, che Franco Tani (oggi pensionato) ha trasmesso ai figli Daniele e Luigi.
Quest’ultimo ha coinvolto anche la figlia Miriam, di 25 anni, che oltre a occuparsi di pratiche d’ufficio, non si tira indietro quando in officina c’è bisogno di affiancare l’operaio Cristian Bencini, lo zio e il babbo, sporcandosi le mani di nero.
di Antonio Taddei
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