SAN CASCIANO – Dopo la presentazione a San Casciano del documentario “Monte Sole Landing Memories”, per la regia di Stefano Ballini, la promessa era stata di recarsi a Marzabotto, in provincia di Bologna, nei luoghi delle feroci stragi compiute dalle truppe naziste nel 1944.
Così, grazie al Comune di San Casciano e Auser, sabato 20 maggio, circa quaranta persone (compreso lo stesso Ballini) si sono mosse verso Marzabotto.
Con il sindaco Massimiliano Pescini, gli assessori Elisabetta Masti e Chiara Molducci, la vice presidente dell’Auser Adriana Paoli, Sara Gremoli per l’associazione culturale Sgabuzzini Storici, Rosanna Tacci e Silvano Callaioli per il Gruppo “Progetto Irene”, oltre a rappresentanti sindacali del territorio di Cgil, Cgil Spi.
IL PARTIGIANO FERRUCCIO LAFFI – Con il sindaco Massimiliano Pescini
L’incontro tra il sindaco Massimiliano Pescini e il primo cittadino di Marzabotto Romano Franchi si è tenuto presso la sala consiliare del municipio, dove dopo un breve discorso di entrambi, è seguito uno scambio di doni.
Dopodiché c’è stato l’incontro con Ferruccio Laffi, un novantenne superstite della strage nella quale sedici suoi familiari persero la vita.
A seguire il momento toccante della visita al sacrario dove riposano 778 vittime civili e partigiani delle varie località del comune di Marzabotto: tra questi 316 donne, 142 anziani di oltre 60 anni e 216 bambini di età inferiore a 12 anni, alcuni di pochi mesi, altri di pochi giorni.
Commoventi le frasi di Ferruccio che con le mani sfiora e indica i propri cari con un’emozione fortissima a serrargli la voce dal pianto, perché ogni volta che oltrepassa il sacrario la sua mente ritorna ai tragici fatti.
I SEGNI – Ancora oggi si vedono i fori dei proiettili
Poi il trasferimento nel Parco di Monte Sole, con visita al cimitero di San Martino dove sono ancora ben visibili sui muri i fori dei proiettili sparati dai tedeschi sui civili.
Un’edicola a fianco del cimitero ricorda il sacrificio di don Giovanni Fornasini medaglia d’Oro al V.M., dove si ricordano anche don Ubaldo Marchiori, don Ferdinando Casagrande, don Elia Comini e padre Martino Capelli.
Poco più su spuntano i resti della chiesa di San Martino di Caprara, un piccolo borgo all’epoca pieno di vita. Qui i tedeschi trovarono cinquanta persone, in maggioranza donne e bambini: radunati vicino a una casa colonica furono uccisi e i loro corpi bruciati.
Nel pomeriggio la delegazione ha visitato il museo nazionale etrusco e l’area archeologica “Pompeo Aria” di Marzabotto, circa 18 ettari di una bellezza unica. Al termine il saluto e la stretta di mano tra i sindaci per la splendida giornata. Ricca di memorie tristi, ma anche di storia di antiche civiltà.
di Antonio Taddei
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