CAMPOLI (SAN CASCIANO) – “Le condizioni del loggiato stanno peggiorando a vista d’occhio. Non possiamo far finta di niente”.
Così don Nicola Materi, parroco di Mercatale e Campoli, descrive la situazione preoccupante della storica Pieve di San Stefano. Il loggiato, costruito dopo la fondazione della chiesa millenaria, ha mostrato nelle ultime settimane un cedimento evidente.
Le cause: “Forse le piogge molto abbondanti, forse movimenti del terreno… o la spinta del tetto stesso”, ipotizza il parroco.
Il loggiato è stato subito transennato, e l’area è stata dichiarata inaccessibile. “Ringrazio tutti – dice don Nicola – perché gli interventi sono stati davvero tempestivi. Parrocchia e Diocesi si sono attivate immediatamente”.
Ma il pericolo, spiega il parroco, non è ancora superato: “La messa in sicurezza non è una cosa semplice. Non possiamo fare lavori qualsiasi: bisogna condividere ogni decisione con la Soprintendenza. Qui non si tratta solo di una struttura antica, ma anche molto delicata per l’equilibrio del terreno e della copertura”.
Intanto, la vita della parrocchia cerca di andare avanti.
“La Messa domenicale non si ferma – rassicura – si entra dal retro. Ma, purtroppo, abbiamo dovuto annullare e dirottare su altre chiese tutti i matrimoni previsti. È una scelta dolorosa, ma non potevamo rischiare”.
Don Nicola non nasconde la sua preoccupazione, ma c’è sempre speranza “Sappiamo che i tempi non saranno brevi, ma tutto quello che poteva essere fatto finora è stato fatto. E lo è stato in tempi brevissimi”.
Poi rivolge un appello alla comunità: “Rispettate le transenne, i cartelli, tutte le indicazioni. So che può sembrare esagerato, ma il pericolo è reale. Serve prudenza, buon senso, e un po’ di pazienza”.
E infine, si affida alla solidarietà dei fedeli: “In tutti questi anni la generosità dei parrocchiani non è mai mancata. Sono certo che anche stavolta sapranno farsi avanti. Uniti ce la faremo anche questa volta. È davvero il caso di dire: work in progress!”.
“Uniti ce la faremo, anche questa volta!” conclude don Nicola.
©RIPRODUZIONE RISERVATA