LA ROMOLA (SAN CASCIANO) – Ancora una volta, nonostante il mese di agosto con molti cittadini in ferie, erano davvero in tanti nella frazione della Romola martedì 11 agosto per la fiaccolata contro la chiusura dell’ufficio postale di via Treggiaia (sono 59 le chiusure previste in Toscana) predisposta dal 7 settembre, come da avviso affisso da Poste Italiane alla porta d’ingresso.
Anche stavolta insieme ai romolini c’era anche una delegazione di Marcialla e San Donato in Poggio: anche per loro è già stata annunciata la chiusura degli uffici postali.
Il punto della situazione l’ha illustrato ai presenti Sandro Matteini, consigliere comunale a San Cascianoe fra i coordinatori del comitato chiantigiano contro la chiusura.
"Come sappiamo tutti – ha esordito – Poste Italiane ha deciso la chiusura del nostro ufficio per il 7 settembre. Il Comune di San Casciano ha cercato di opporsi con un ricorso al Tar che non è andato in fondo poiché fu sospeso il provvedimento, in quanto sembrava che le Poste fossero disposte a rivedere il tutto".
"Cosa che non è successa – ha proseguito amareggiato – quindi è stato nuovamente ripresentato il ricorso al Tar in attesa di giudizio: l'udienza è prevista per il 3 settembre. Da questa sapremo se il Tar imporrà a Poste di sospendere il provvedimento di chiusura e rimanere aperti, in attesa di valutare se è giusta la decisione di chiudere gli uffici".
"La cosa che fa più arrabbiare – ha tenuto a dire – è che Poste non ha voluto parlare e trattare con nessuno. Con l’Anci Toscana (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che aveva richiesto un incontro è stato fatto “saltare”, così come con i Comuni interessati alle chiusure: quindi non c’è stata la possibilità nemmeno di una mediazione, magari per mantenere l’apertura in alcuni giorni della settimana, una volta il mese per il pagamento delle pensioni, ma non si sono voluti sedere a nessun tavolo di trattative".
Secondo i rappresentanti di San Donato in Poggio e Marcialla "il segnale che si percepisce in queste piccole frazioni è quello dell’abbandono, l’ultimo presidio dello Stato che va via e abbandona tutti. La nostra paura è che se passa la chiusura degli uffici nelle frazioni, poi passarà anche ai Comuni lasciando solo degli uffici nei grossi centri".
"Altra speranza – hanno ricordato – è che il presidente della Regione Enrico Rossi che già si è espresso dichiarando “Se chiude le Poste, dirò al mio babbo di levare il conto e rivedremo tutte le convenzioni", riesca ad avere un incontro con Poste Italiane. Ma questo prima del 7 settembre!".
Insomma le persone non ci stanno a perdere questo importante servizio e si stanno preparando per una nuova manifestazione ancora più eclatante, tutti insieme.
Durante la serata c’è stato anche chi ha sventolato una pubblicità recapitata nella mattina, mittente BancoPosta: "Questa l’ho trovata in cassetta e dice “I prestiti BancoPosta li trovi sotto casa” e intanto da noi la chiudono. Ci prendono anche in giro!".
Altra notizia, Sandro Matteini ha sottoscritto una petizione al Parlamento europeo contro la chiusura degli uffici postali (in Italia). Non possiamo dire che sono state “battute” tutte le strade possibili.
di Antonio Taddei
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