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venerdì 2 Maggio 2025
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    Mostro: una sentenza che ignora la verità processale su Francesco Calamandrei

    Assolto nel 2008, il giudice lo ha definito "persona ancora oggi sospettabile". La figlia: "Rimango senza fiato"

    SAN CASCIANO – La ferita l'ha riaperta il giudice che ha emesso la sentenza sulla causa intentata da Francesca Calamandrei, figlia dell'ex farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei, assolto (nel 2008) perché il fatto non sussiste dalle accuse di essere il mandante di alcuni dei duplici omicidi del mostro di Firenze, contro la Fox per la fiction che infangava il nome del padre.

     

    # ARTICOLO / Fox non diffamò Francesco Calamandrei con la sua fiction "Il Mostro di Firenze"

     

    Una sentenza nella quale il giudice, Lisa Gatto, scrive che "Calamandrei, persona ancor oggi sospettabile di essere tra i soggetti ispiratori di diversi duplici omicidi, nonostante l’incontrovertibile verdetto assolutorio".

     

    "Con grande tristezza e delusione – ci diceva Francesca nel giugno 2016, appena dopo l'emissione della sentenza – abbiamo appreso che il giudice ha assolto la Fox per il serial tv "Il Mostro di Firenze", che infangava ulteriormente il nome del babbo".

     

    E' stata rilevata "la non sussistenza dell’illecito diffamatorio lesivo della reputazione e dell’onore trattandosi – si leggeva nella sentenza stessa – di un’opera artistica frutto dell’ingegno, dell’intelletto umano. L’eventuale lesione dei diritti della personalità imponeva un accertamento diverso rispetto a quello comunemente svolto con riguardo all’attività giornalistica e documentaristica, atteso che doveva essere effettuata una valutazione necessariamente elastica e funzionale al risultato dell’espressione artistica”.

     

    "Una grande delusione – aveva concluso Francesca – che calpesta anche una sentenza internazionale. L'ultimo pensiero prima di dormire è stato solo che per lo meno ora il babbo riposa in pace. Ma dopo una cosa così ti rendi conto che quello che è successo per la vicenda Mostro lascia una macchia indelebile…".

     

    Ma c'è quel passaggio, in cui si va ancora oltre, indicando l'ex farmacista come "persona ancor oggi sospettabile", che proprio a Francesca non va giù.

     

    Tanto che oggi, a distanza di mesi, non si dà pace: "Tanti non capiscono perché continui a seguire questa vicenda, mi dicono che devo metterci una pietra sopra, ma non capiscono quanto sia difficile, direi quasi impossibile, perche la vicenda del mostro di Firenze è ancora e sarà sempre attuale".

     

    Ha ragione Francesca, è un dato di fatto: "Basta guardare quanti social ne parlano – rimarca – quanti libri ogni anno vengono scritti, quanti blog esistono".

     

    "La mia forza – tiene a dire tornando a quella famosa assoluzione perché il fatto non sussiste – è ed deve rimanere la sentenza del giudice De Luca del 2008, non appellata e già passata in giudicato. Sentenza che mi dava la forza di lottare per onorare il nome di mio padre, Francesco Calamandrei, perché il reato non sussiste: gli inquirenti si sono fermati al presupposto di reato, andando avanti solo per sillogismi".

     

    "Questa nuova sentenza – conclude – dove si dice che mio padre rimane ad oggi una delle persone più sospettabili, mi toglie il fiato. Errare è umano, perseverare è diabolico! Quindi io chiedo l'aiuto di tutti, perché questi episodi di malagiustizia non vengano messi a tacere. Può un giudice riscrivere una sentenza?".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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