SAN CASCIANO-SCANDICCI – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di San Casciano, sulla base di una segnalazione, hanno colto sul fatto un uomo intento nel foraggiamento di cinghiali.
Si sono recati infatti via di Giogoli, nel comune di Scandicci al “confine” con quello sancascianese, per verificare la veridicità di una segnalazione relativa a una attività di foraggiamento di cinghiali a fini di abbattimento.
L’area in questione, di circa venti metri quadrati, ubicata all’interno di una zona boscata, era facilmente visibile poiché il terreno risultava privo totalmente di manto erboso, per il continuo transito dei selvatici e luogo di pasturazione degli stessi.
I militari hanno notato la presenza a pochi metri dall’area di foraggiamento di un’altana, una postazione sopraelevata in legno, destinata all’appostamento per fini venatori.
La struttura era abusiva, situata a circa tre metri rispetto al terreno, con due aperture nella parte frontale in direzione del punto di foraggiamento di animali, usato presumibilmente come punto di sparo della fauna selvatica.
Sono stati effettuati altri sopralluoghi e appostamenti: durante uno di questi l’area era cosparsa di una notevole quantità di mais frammisto a fondi di caffè (quest’ultimo utilizzato perché particolarmente gradito dai cinghiali) e pezzi triturati di mais derivanti evidentemente dal morso di ungulati.
Erano poi chiaramente visibili le tracce di cinghiali che vi si erano concentrati durante la notte per cibarsi del mangime.
Ma soprattutto, i carabinieri forestali hanno notato una chiazza di sangue fresca e tracce di trascinamento: a indicare che lì era avvenuta l’uccisione di un animale.
Durante un appostamento, nel primo mattino, è così giunto sul posto un uomo che teneva in mano una busta di plastica contenente granturco, che ha subito sparso al suolo.
I carabinieri forestali si sono subito qualificati, contestando all’uomo la condotta illecita.
L’uomo ha mostrato ai militari un contenitore in cartone di 25 Kg, pieno di granturco, in precedenza aperto.
Da accertamenti documentali è emerso che il soggetto era in possesso di porto d’armi ma non dell’abilitazione per la caccia di selezione ai cinghiali, pertanto nello specifico l’attività di foraggiamento di cinghiali con la finalità di attrarre per poi cacciare i cinghiali risultava del tutto irregolare.
I carabinieri forestali hanno dunque proceduto a segnalare il pensionato all’autorità per violazione dell’art. 7 co. 2 L. 221 del 28.12.2015, che pone il divieto di foraggiamento di cinghiali, ad esclusione di quello finalizzato alle attività di controllo, condotta sanzionata penalmente dall’Art. 30 co 1 lett L) della L. 11.02.1992 n. 157 sul prelievo venatorio.
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