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giovedì 28 Marzo 2024
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    I 4 ettari mancanti sono tornati alla famiglia Antinori: la collina del Tignanello ora è “completa”

    Omaggio della famiglia a uno dei vini più rappresentativi. Dopo oltre 30 anni di tentativi, acquisito il terreno che completa il è "puzzle" di una delle colline più conosciute del panorama vitivinicolo

    MONTEFIRIDOLFI-CAMPOLI (SAN CASCIANO) – “Il ritorno in famiglia di questi 4 ettari di terreno della collina di Tignanello mi rende particolarmente orgoglioso”.

    A dirlo è il Marchese Piero Antinori, presidente onorario dell’azienda di famiglia. Annunciando un “completamento” atteso da tempo.

    “Tignanello – prosegue – per mille ragioni, è un vino che mi sta particolarmente a cuore, avendo contribuito in prima persona alla sua nascita con la prima annata nel 1971. Un’idea maturata grazie a studi e ricerche, molte delle quali avvenute partendo proprio da quel vigneto, situato in un’area del territorio del Chianti Classico particolarmente vocata alla produzione di vini dalla grande qualità. Un momento storico stimolante, che ha contribuito a rivoluzionare l’allora panorama vitivinicolo nazionale”.

    Nato come un vino non convenzionale, precursore del suo tempo, Tignanello ha rappresentato un punto di svolta contribuendo a quello straordinario movimento oggi conosciuto come “Rinascimento” del vino italiano, iniziato alla fine degli anni 60.

    I 4 ettari di vigna saranno reimpiantati nel 2021 a Sangiovese, utilizzando il materiale già presente nell’attuale vigneto. In questo fazzoletto di terra magico, fra Montefiridolfi, Fabbrica e Campoli.

    “Poter contare su altri 4 ettari di un vigneto dalle caratteristiche così straordinarie è motivo di grande soddisfazione – afferma Renzo Cotarella, CEO ed enologo di Marchesi Antinori – Si tratta infatti di un terreno molto ben drenato, ricco di sassi quali Alberese e Galestro, in grado di donare al vino grande identità territoriale e personalità”.

    “Qui – afferma Cotarella – il Sangiovese riesce a esprimere al meglio tutto il suo carattere. Una varietà “nervosa” che va saputa comprendere e interpretare ma, se gestita in maniera corretta, ha la capacità di sorprendere per la sua straordinaria qualità. È il Sangiovese di Tignanello; vibrante, elegante, deciso senza essere mai troppo invasivo”. 

    Nato da un’idea di Niccolò e Piero Antinori, germogliata all’epoca dei profondi cambiamenti nel settore agricolo negli anni 60 e concretizzatasi con il contributo dell’allora enologo Giacomo Tachis, Tignanello è il risultato di alcune felici intuizioni maturate dopo attente ricerche in vigna e viaggi nelle principali terre vitivinicole del mondo.

    A ricerche ultimate, apparve loro chiaro il grande potenziale che seppero riconoscere in uno specifico vigneto: “76.682 viti di antica vigna chiantigiana, detta Tignanello”.

    Recitava così il testo di Luigi Veronelli sull’etichetta della prima storica annata, disegnata nel 1974 da Silvio Coppola, celebre grafico e designer del suo tempo.

    “Tignanello, sia il vino che l’omonima tenuta da cui proviene, sono un vino e un luogo a cui tutta la nostra famiglia è particolarmente legata” commenta Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori.

    “Il nostro impegno per il futuro – promette in conclusione – sarà quello di mantenere inalterato, e possibilmente migliorare, il carattere e l’anima del vino che gli vengono donati proprio da questo terreno straordinario situato sulle colline del Chianti Classico”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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