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venerdì 26 Aprile 2024
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    Le arie dell’opera nel cuore di San Casciano: Il Barbiere di Siviglia nell’arena dentro le mura

    L'assessore Maura Masini: "L'opera è nata proprio per il popolo, ed è bello farla rivivere e riproporla proprio con queste modalità più divulgative"

    SAN CASCIANO – Dopo molti anni è tornata a San Casciano l’opera.

    In occasione di “Effetto Notte 2022”, nell’arena dentro le mura in via Lucardesi, grazie all’interessamento dell’assessora alla cultura Maura Masini, il Comune di San Casciano, la COIF Compagnia d’opera Firenze, la sponsorizzazione di Villa i Barronci, è andato in scena “Il Barbiere di Siviglia”.

    Opera buffa di Gioachino Rossini con personaggi interpreti: Figaro – Bruno Pestarino, Rosina – Paola Cacciatori, Almaviva – Filippo Pina Castiglioni, Bartolo – Alberto Bianchi Lanzoni, Basilio – Romano Martinuzzi. Maestra concertatrice Claudia Gori, regia di Franz Moser.

    Così, in uno spazio ridotto, scenografia essenziale e i personaggi che piacevolmente sono “spuntati” tra il pubblico, senza il dietro le quinte, sono stati tanti gli applausi, anche per il modo in cui sono stati spiegati al pubblico i vari passaggi dell’opera.

    “Con questa prima – ha spiegato il regista Franz Moser – auguriamo che qui a San Casciano sia l’inizio di una ripresa nel riproporre l’opera”.

    “La musica classica – ha detto a fine spettacolo l’assessora Maura Masini – così come la musica lirica e il teatro, per tanti secoli hanno costituito la forma principale di comunicazione e di divertimento. Raccontando storie”.

    “Così come d’altra parte . ha proseguito – facevano le opere d’arte, ad esempio con la narrazione della vita di Cristo attraverso i dipinti nelle chiese. Era l’unico modo per rivolgersi e coinvolgere un pubblico che, comunque, era assolutamente molto meno “colto” di quanto non lo siamo oggi”.

    “Riproporre degli spettacoli come l’opera in modo così divulgativo – ha affermato – popolare, per arrivare al cuore di tutti e riattivare l’attenzione anche delle nuove generazioni, può essere un’idea importante, anche per far ri-avvicinare i giovani”.

    “Farla scendere da quella situazione e postura aulica in qui si era andata a infilare l’opera lirica dai primi del ‘900 in poi – ha sostenuto – Da quando, appunto, sembrava che andare a teatro fosse una cosa in cui ci volevano la pelliccia e la collana di perle; una modalità che aveva tagliato fuori tutta una serie di persone”. 

    “Che dagli anni ’60 – ha precisato – si sono riprese i loro spazi dentro i teatri. Però è rimasta un po’ questa immagine dell’opera lirica come una cosa per ricchi, elitaria. E invece no: è nata proprio per il popolo, ed è bello farla rivivere e riproporla proprio con queste modalità più divulgative”.

    “Lo spettacolo dentro le mura – ha concluso – è stato un bel modo per misurarsi in questo senso. Mi auguro di riuscire a riproporre qualcosa al Teatro Comunale Niccolini o, per il prossimo anno, qui all’arena. Spero che sia il modo per riaprire le quinte… alla lirica”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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