CERBAIA (SAN CASCIANO) – Quella raccomandata arrivata dal Comune di San Casciano, contenente un sollecito di pagamento, arrivata nei giorni scorsi, non è andata giù a Paolo, residente a Cerbaia.
"Il problema – spiega – non è l'ammontare dell'importo, ovvero 16 euro più 4 di spese postali. Il problema è l'atteggiamento tenuto dal Comune e le modalità operative seguite".
Paolo ci racconta che "il sollecito riguarda la mensa per gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016. Solo che mio figlio Francesco ha finito le elementari nell'anno scolastico 2011/2012 a alle medie non ha ovviamente usufruito del servizio mensa, che alle medie non c'è".
"Quindi – prosegue – il sollecito riguarda degli anni scolastici in cui il servizio mensa non riguardava più mio figlio Francesco. Il quale, inoltre, come detto ha concluso le elementari ben cinque anni fa. Per cui, se per ipotesi la carenza d'importi lamentata riguardasse anche quel periodo, sono passati talmente tanti anni che qualunque forma di controllo da parte di mia moglie risulta difficle se non impossibile".
La sensazione è quella di essere di fronte a "un balzello imposto dalla burocrazia comunale: ripetendo, se si tratta degli anni 2014/2015 e 2015/2016 non è dovuto; se si tratta di anni precedenti non è dovuto lo stesso perché, primo, mia moglie è precisa ed è convinta di aver pagato tutto anche se non lo può dimostare; secondo, sai in quanti bilanci comunali doveva essere evidenziato un ammanco seppur piccolo in cinque anni?".
"Che dire – si chiede Paolo – o inefficienza o errore madornale dettato dalle solite incapacità o addirittura malafede, visto che raccomandate dello stesso tenore sono giunte ad altre persone di Cerbaia".
"Ci tengo ad andare avanti – conclude Paolo – per denunciare questo ulteriore caso di malcostume burocratico tipicamente italiano: qua dove non siamo più cittadini ma sudditi".
di Matteo Pucci
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