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giovedì 19 Settembre 2024
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    “Quando a Mercatale c’era il carradore Barbetti. E Omero, con il suo barroccino alla Sambuca…”

    "Poi c'era il "treccone" che passava con una bicicletta attrezzata a comprare le uova, qualche pollo e le pelli dei conigli stese e essiccate..."

    L’altro giorno su un canale TV ho rivisto il film “L’albero degli zoccoli”, e nel prosieguo c’è stato l’episodio dell’arrivo del “merciaio” alla cascina con le sue stoffe, nastri, bottoni, aghi e tant’altri articoli che le donne si apprestavano a comprare.

    Questa scena mi ha fatto tornare bambino, agli anni ’50 del Novecento: quando anche da noi passavano questi mercanti, c’erano quelli più “ricchi” che avevano un camioncino ricavato dallo sdoppiamento di qualche vecchia automobile “Balilla”.

    Questa operazione la faceva il “carradore” Barbetti a Mercatale, che aveva bottega in piazza Tellini.

    Altrimenti c’era Omero della Sambuca che passava con un barroccino trainato da un “ciuchino”.

    Poi c’era il “treccone” che passava con una bicicletta attrezzata a comprare le uova, qualche pollo e le pelli dei conigli stese e essiccate che i contadini mettevano da parte quando uccidevano il coniglio.

    Non essendoci i frigoriferi i conigli erano le vittime sacrificali di quando arrivavano ospiti inaspettati, questo veniva prelevato dalla conigliera spellato e fritto.

    Poi dal Veneto, in inverno, arrivavano i “seggiolai” con tutti gli attrezzi del mestiere e se il contadino aveva bisogno di sedie gli dava i legni dei piccoli alberi che aveva abbattuto e loro gli facevano le sedie rivestite col “salino” (erba palustre).

    Non di rado restavano a dormire e il contadino gli apprestava un giaciglio vicino alla stalla  con uno strato di paglia e delle coperte alla meno peggio.

    Nel Veneto, diceva mio zio che aveva fatto il militare là, era usanza fare le veglie nelle stalle per il freddo fuori e il tepore lì.

    Passava anche l’arrotino con una “macchina di legno” che aveva le ruote e la spingeva, questa aveva una mola che l’uomo faceva girare con un pedale.

    Sopra la mola aveva una recipiente che conteneva l’acqua che scendeva lentamente sulla mola. Durante la sua prestazione faceva le scintille e noi ragazzi le guardavamo timorosi.

    Questo “mondo” è finito con l’arrivo degli anni ’60 e il cosiddetto boom economico.

    R.B.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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