FABBRICA (SAN CASCIANO) – Il giorno dopo la strage a Pratale, ovvero il 24 luglio del 1944, anche la terra del piccolo borgo di Fabbrica, fra la Sambuca e Montefiridolfi, si macchiò del sangue di quattro persone.
Giuseppe Vermigli 65 anni, Carlo Viviani 59 anni, Brunetto Bartalesi 34 anni, Bruno Viviani 21 anni.
Catturati dai tedeschi mentre si trovavano all’interno di una casa colonica nel piccolo borgo di Fabbrica, furono portati poco più avanti, dove c’era una fornace, e fucilati.
Solo Carlo Viviani fu ferito di striscio alla testa e alle mani, che teneva incrociate dietro la nuca: si finse morto tra i corpi ormai privi di vita degli altri. Mentre i tedeschi si accertavano che fossero morti, prendendoli a calci, prima di allontanarsi.
Solo quando Carlo si sentì sicuro di potersi rialzare tornò ferito a casa, dove erano rimaste le donne, descrivendo loro quanto avvenuto.
La sua vita, ormai segnata da quella tragica fucilazione, lo portò a morire dopo quattro anni.
Nel ricordo di quel 24 luglio 1944, venerdì scorso si è tenuta una Santa Messa nella chiesa di Sant’Andrea a Fabbrica, alla presenza del sindaco di San Casciano Roberto Ciappi.
Stavolta al chiuso, invece che come di consueto nel luogo dell’eccidio: un fortissimo temporale ha infatti costretti a “ripararsi” in chiesa.
Sindaco sancascianese accompagnato anche dall’assessore alla cultura del Comune di Montespertoli, Alessandra De Toffoli, con la quale sta facendo un percorso di ricerca e di memoria legato a tutto il territorio dei paesi vicini a San Casciano.
Presente anche il gonfalone del Comune, con gli agenti della polizia locale, il luogotenente dei carabinieri della Stazione di San Casciano Mirko Rugi, alcuni parenti delle vittime. E, per il Comitato della Memoria “Progetto Irene”, erano presenti Rosanna Tacci e Silvano Callaioli.
La Messa è stata officiata da padre Rosario Landrini, parroco di Montefiridolfi, Fabbrica e Bargino. Â
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