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martedì 8 Ottobre 2024
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    San Casciano, critiche alla fisiatria della Asl: “Non autorizzato trasporto di mio padre di 83 anni con demenza senile”

    La figlia: "Per le sedute di riabilitazione al "Don Gnocchi" non è stato fatto il certificato. Nessun rimborso per la Misericordia di San Casciano. E la nostra offerta non lo può certo pareggiare"

    SAN CASCIANO – E’ molto arrabbiata “Emma” (usiamo un nome fittizio, dal momento che ci ha chiesto di mantenere il riserbo sulla sua identità) per il trattamento riservato al babbo, 83 anni, affetto da demenza senile, da parte del servizio di fisiatria della Asl Toscana Centro, a San Casciano.

    “Il mio babbo – inizia il suo racconto – ha bisogno della fisioterapia al “Don Gnocchi”, accanto all’ospedale di Torregalli”.

    “Da quattro anni è affetto da demenza senile – prosegue – così, per cercare di tenergli gli arti in movimento, mantenendolo parzialmente autonomo, è stato deciso un percorso riabilitativo”.

    “Serve la visita dal neurologo – continua – che è a pagamento al “Don Gnocchi”; il neurologo fa il programma di fisioterapia (se ovviamente ne vale la pena) e poi passa il tutto al fisiatra della Asl”

    E qui, secondo la donna, sono iniziati i problemi: “Il programma da parte del neurologo è stato fatto, ma quando siamo andati dal fisiatra presso il distretto Asl sancascianese, abbiamo avuto una brutta sorpresa”.

    Oltre ad avallare il percorso riabilitativo, infatti, il medico della struttura pubblica può anche richiedere il trasporto della persona con una associazione convenzionata (in questo caso la Misericordia di San Casciano): il caso specifico parrebbe un esempio abbastanza chiaro di necessità di questo tipo.

    “Tralascio il modo con il quale il medico si è interfacciato con mia mamma – prosegue la donna – che nell’occasione è andata con il babbo, accompagnate da una persona che ogni tanto ci aiuta. Io quel giorno non potevo, ma quando sono tornata da sola a parlarci, con il fisiatra, ho avuto le medesime sensazioni negative”.

    Il medico della Asl, racconta ancora la donna, “ha firmato il programma redatto dal neurologo del “Don Gnocchi”, ma non ha fatto il certificato per il trasporto con mezzo idoneo”.

    Quindi, in sostanza, o la famiglia provvede in proprio al trasporto, oppure si affida alla Misericordia sancascianese, con una offerta: che però non potrà mai essere pari alla quota sanitaria che invece sarebbe corrisposta alla Confraternita se venisse firmato il certificato per il trasporto.

    “Francamente – riprende la donna – anche dopo essere stata a parlarci di persona, non ho capito il motivo per il quale questo certificato non sia stato firmato. Risultato? Abbiamo fatto 15 sedute, con il trasporto della Misericordia di San Casciano: ma la nostra offerta, sforzandoci al massimo, non potrà essere certo pari alla quota sanitaria prevista”.

    Quindi, ci rimette la famiglia, ci rimette la Misericordia.

    Non solo: “Abbiamo bisogno anche di ausili domestici, ma la visita me l’hanno data a novembre. Cosa dovrei fare quindi fino ad allora con il mio babbo? Fortunatamente anche in questo caso ci è venuta in aiuto la Misericordia di San Casciano, dotandoci di un ausilio necessario nell’immediato”.

    “Adesso – conclude la donna – c’è da fare un secondo ciclo di riabilitazione: chissà se almeno stavolta il trasporto del babbo verrà autorizzato…”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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