SAN CASCIANO – Torna a battere su un tema che è stato ben presente nelle cronache quotidiane nei mesi scorsi (con tanto di manifestazione pubblica) il consigliere comunale (di opposizione) della lista San Casciano Civica Marco Pagliai: quello del medico a bordo del servizio di emergenza-urgenza.
“Nell’ultima seduta del consiglio comunale – spiega Pagliai – ho rivolto un’interpellanza al nostro sindaco per cercare di capire la strategia di chi – a livello Regione Toscana ed ASL – dispone in merito al servizio di emergenza medica 112 (ex 118) nel nostro territorio, svolto fino a qualche anno fa con medico e volontari esperti a bordo del mezzo attrezzato, ma poi sostituendo quella importante figura professionale con l’infermiere laureato”.
“Così non è – riprende Pagliai – pare, per altri territori a noi vicini, come nei comuni di Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle: e di tutto questo ormai – nel nostro paese – se ne parla ben poco, da tutte le parti”.
“In altri tempi – ricorda Pagliai – furono organizzati dibattiti pubblici, petizioni, incontri, ed addirittura ricordo che venne in paese l’allora assessore regionale Rossi alla sanità. Insomma, non mancava l’interesse di tanti per questo importantissimo servizio, correlato poi al punto di primo soccorso, attrezzato presso la sede della nostra benemerita Misericordia”.
“Ho chiesto pure i dati statistici pre e post modifica – fa sapere Pagliai – che attendo, affinché possano essere fatti i debiti confronti. La questione non è da poco, mi pare, specie nel caso di possibili problemi acuti, considerato anche l’invecchiamento della nostra popolazione, con tutti gli inconvenienti del caso”.
“Purtroppo – dice ancora il consigliere comunale di San Casciano Civica – tutti i giorni accade qualcosa, e sentiamo sfrecciare le ambulanze a sirena spiegata, quindi mi pare logico farsi delle domande ed avere risposte”.
“Si sostiene che i medici sono pochi – riflette Pagliai – che sono disertati i corsi di preparazione al servizio 112, che i servizi del punto di primo soccorso non erano poi così utili perché spesso dirottavano i pazienti al pronto soccorso ospedaliero”.
“Che esiste l’elicottero – dice ancora – che l’infermiere laureato è sempre in contatto con la centrale operativa, che la telemedicina è una realtà, che – forse – potrebbe esserci un’automedica, ma naturalmente da condividere con più territori dei comuni. Come peraltro avviene nel Chianti senese ed in Valdelsa”.
“ll territorio – conclude Pagliai – con tutti i problemi di orografia e collegamenti, lo conosciamo; gli ospedali sappiamo dove sono ubicati, i tempi d’intervento e di trasporto al pronto soccorso possono essere una grande incognita, correlata a vari fattori. Cari concittadini, credo che occorra riflettere bene su tutta la questione”.
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