SAN CASCIANO – Settantanove anni fa, avanzando eroicamente nella campagna fiorentina in cui imperversavano i cannoneggiamenti tedeschi a danno delle comunità e dei territori chiantigiani, le truppe alleate liberarono San Casciano.
Giovani, adulti provenienti dall’altro capo del mondo, la Nuova Zelanda, combatterono determinati e pronti al sacrificio, consapevoli dei gravi rischi di perdita, dolore e morte, cui sarebbero andati incontro sul campo di battaglia.
La conquista della libertà pagata a caro prezzo con la vita stessa, con il sangue versato per difendere e affrancare gli oppressi.
È così che le truppe del 28esimo mattaglione neozelandese, di cui fecero parte i guerrieri Maori, si unirono e si immolarono alla causa, facendo proprio il desiderio di riscatto di un’intera umanità.
Far prevalere la democrazia sulle sofferenze discriminatorie, tornare alla vita e provare a ricostruirne le basi sulle macerie di un paese devastato, piegato dalla barbarie nazifascista.
L’amministrazione comunale di San Casciano rievoca e ripercorre gli accadimenti del 27 luglio, giorno della Liberazione del comune chiantigiano, con una serata speciale in programma il 27 luglio alle ore 21.30 nell’arena dentro le mura.
A Rosanna Tacci, figlia del calzolaio antifascista Dante Tacci, testimone preziosa delle drammatiche vicende che legano San Casciano al secondo conflitto mondiale, attiva promotrice della storia e della cultura della memoria, sarà conferito il Premio Machiavelli da parte del sindaco Roberto Ciappi e del presidente del consiglio comunale Francesco Volpe.
Successivamente Marco Di Costanzo, Stefano Parigi e Monica Santoro interpreteranno il reading “Lighthouse_#2 Noi ritorneremo”, tratto da “La resistenza a Firenze” di Carlo Francovich a cura del Teatro dell’Elce, suono di Andrea Pistolesi. Ingresso libero.
“San Casciano e il Chianti fanno parte nella storia civile e militare neozelandese – dichiara il sindaco Roberto Ciappi – la relazione che ci unisce e ci lega a questo popolo è profondo, cogliamo l’occasione per rinnovare il ricordo ed esprimere la nostra più sincera gratitudine”.
“Mi preme sottolineare – conclude – i numeri dei soldati che hanno pagato con la vita il prezzo per la nostra libertà: 640 Maori morirono per liberare l’Italia, 1.700 furono i feriti e 240 i prigionieri”.
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