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venerdì 12 Settembre 2025
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    Terzo appuntamento con i “Sancascianesi di Mestiere”: Il Gazzettino del Chianti incontra… Mannino

    SAN CASCIANO – C'è la sicurezza di un possibile impiego in Comune e poi ci sono lavori bizzarri, che alcuni non sognano di fare mai. Allo stesso modo c'è la volontà dei nostri genitori, che spesso non coincide con ciò che fa felici noi.

     

    Così Andrea Mannini ha scelto di salire su un furgone e di intraprendere una vita che suo padre e sua madre non avrebbero mai voluto per lui.

     

    Chiamarlo "trippaio" è riduttivo, perché da Mannino si trova un universo di sapori: dal pecorino al lampredotto e dalla porchetta alla "Bomba", il panino che più di ogni altro ha fatto la storia della nostra comunità.

     

    "Faccio questo lavoro da 29 anni – racconta Andrea – Il mio zio faceva i mercati, io andavo a scuola e aiutavo lui. I concorsi in Comune li ho fatti per accontentare i miei".

     

    "Del resto il mio babbo era comandante dei vigili – sorride – Un figlio ambulante era perfetto per lui!".

     

    "Mi sono diplomato e ho fatto il militare – ricorda – poi un collega del mio zio s'è tagliato a disossare un prosciutto e ho preso la sua attività".

     

    Il primo giorno di lavoro è stato al mercato a San Casciano, lunedì 10 marzo 1986: "Il venerdì dopo feci la prima sera nel Piazzone e mi prese fuoco la lampadina a gas. La vidi rotolare davanti al "Bar di Gianni". Si comincia bene di nulla… pensai".

     

    "Alla fine – ricorda – la mia mamma mi ha anche fatto da commessa (…gratis!)". Adesso, Mannino lavora con la sorella Francesca: "Quand'ero piccino non la sopportavo e invece da 18 anni ci passo insieme 14 ore al giorno".

     

    Francesca che sorride, e che ha lavorato anche alla Pasticceria Ciappi, uno dei negozi storici più rimpianti del paese.   

     

    Il lunedì, Mannino viene ancora al mercato col suo banco. Il martedì è a Poggibonsi e il mercoledì a Pontassieve. Il giovedì lo trovate a Mercatale e il venerdì sera di nuovo qui.

     

    "Prima, di giovedì andavo a Cerbaia, ma ruppi i freni per il San Giovanni – ride – e decisi di non tornarci più".

     

    Ad ogni modo, tre giorni di lavoro li svolge ancora all'interno del comune e il nostro paese, oltre ad essere il suo, è quello che gli piace di più.

     

    "Negli ultimi tempi, al mercato a San Casciano ci sono più turisti – tiene a dire – ma la qualità è peggiorata per la riforma del commercio. Prima era garantita dalle attività familiari e dalla presenza di tante produzioni locali. Anche tra noi che ci si lavora ci si conosceva di più".

     

    Per questi motivi, Mannino porta avanti la sua filosofia: "Cerco di vendere solo ed esclusivamente prodotti del territorio. Il ketchup nel lampredotto me lo puoi chiedere, ma non ce lo metto. Dico alla mia sorella di farlo lei se vuole, perché io il lampredotto col ketchup non te lo do", afferma risoluto.

     

    Andrea faceva parte dell'associazione La Vuelta Mas Rapida: "L'avevamo fondata in prospettiva: si credeva che se certe feste si facevano in paese, quando avremmo avuto dei figli sarebbero stati qui".

     

    "È triste vedere che oggi le persone lasciano che certe vecchie cose muoiano – aggiunge – che sia per fatica o per burocrazia".

     

    "I clienti del venerdì sera sono diversi da quelli del mercato – racconta – Infatti, il giovedì e il venerdì sono i miei giorni preferiti. Vengono più ragazzi e con loro ho un altro rapporto".

     

    "Non mi sembrano più sbandati di quand'ero giovane io – dice – Ai miei tempi bevevano solo gli ubriaconi e gli stranieri, ma i ragazzi si drogavano di più. Sinceramente, non saprei dire cos'è meglio".

     

    Il momento più bello a San Casciano è stato l'addio al celibato di Andrea Piani, un venerdì. "Era febbraio e s'era sottozero", ricorda. "Apparecchiai i tavoli, misi le luci di Natale e vennero tutti a cena lì".

     

    "Anche mia moglie odia il mio lavoro – ammette – per tutte le difficoltà che comporta. Un mestiere come questo non si fa per i soldi, ma per la passione dei rapporti umani. Se volessi solo guadagnare farei i concerti, le fiere o le partite, ma in quegli ambienti non c'è quel rapporto di fiducia e d'amicizia che mi spinge a  continuare così".

     

    Sarà perché è stato 29 anni in mezzo ai nostri sapori tipici, che forse l'hanno contagiato…
    ma di certo il nostro Mannino è per noi un motivo d'orgoglio, un vero sancascianese (e chiantigiano, e toscano…) Docg.

     

    di Martina Mecacci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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