BARBERINO TAVARNELLE – Tavarnelle piange per la scomparsa di Vasco Neri, storico falegname venuto a mancare l’8 settembre scorso, all’etĂ di 86 anni.   Â
Con la sua scomparsa si chiude un altro capitolo della storia artigiana del paese. Con lui se ne vanno le tecniche e i segreti di un mestiere antichissimo, che a sua volta gli erano stati tramandati dal babbo, Ezio.
Vasco abitava “su pe’ i Pitti”, via Naldini per i non tavarnellini. Qui aveva anche la bottega, che poi spostò in viale 2 Giugno. Con le sue mani d’oro faceva prevalentemente mobili su misura, nei primi anni di lavoro in coppia con il babbo, poi da solo, dopo che lui se ne andò.  Â
Era orgoglioso di avere fra i suoi clienti affezionati anche i principi Corsini, Giorgiana (scomparsa all’improvviso nel 2020) e Filippo, con i quali c’era un rapporto di stima reciproca, oltre che di lavoro.
Quando non lavorava il legno, Vasco amava stare con i suoi amici e la sua famiglia, costituita dalla moglie, i tre figli e i nipoti, per i quali aveva realizzato i meravigliosi burattini di Pinocchio che vedete nelle foto.
Un’altra sua grande passione erano le moto. Nel tempo ne ha avute diverse: una Norton Atlas, una Bmw, una Bsa Rocket 3, una Kawasaki 500… . Nelle immancabili girate con gli amici non andava forte, era prudente: scherzavano spesso su questo e lui stava al gioco.       Â
Inoltre per anni ha fatto parte della corale di Santa Lucia al Borghetto, in cui suonava il basso. E sotto la presidenza Gabbrielli ha prestato servizio nella Misericordia di Tavarnelle, dedicandosi così anche al volontariato.
AUGUSTO BRETTONI
“Ho conosciuto Vasco tra il ’66 e il ’67, ancora prima che gli piacessero le moto – a parlare è un caro amico, il campione delle due ruote Augusto Brettoni, che è stato anche titolare del distributore di Barberino – Nel ’68 comprò da me le sue prime moto: una Norton Atlas e poi una Bsa”.
“La domenica, nelle belle giornate d’inverno, partivamo alle 10 – racconta – e andavamo a prendere un caffè a Cecina. Sul parafango davanti aveva una targa con scritto “Paton”: lo chiamavano così perchĂ©, come Paton veniva dopo Agostini, così lui arrivava sempre dietro di me e Giovanni, un altro amico”.
“Mi ha accompagnato spesso alle gare – ricorda – Una volta a Molino del Piano fermava le auto. Quando arrivai, la presi larga e feci un polverone. Disse: “Fermi tutti, ora si torna a casa”. Si era preoccupato. E poi gli piaceva scherzare: faceva spesso finta di essere arrabbiato”.Â
“Riusciva sempre a ottenere quello che voleva – aggiunge, riportando un altro aneddoto – Quando andammo a Imola per vedere Hailwood, il campione inglese, non facevano entrare nei box. Vasco, dopo qualche insistenza, ce la fece e fece passare anche noi”.
“E poi era davvero bravo nei lavori manuali – conclude Augusto – Per la mia prima moto da corsa, la Motobi125, fece la forma del serbatoio di plastica”.
PAOLO CRESTI
“Vasco era un frequentatore assiduo dell’Mcl – ci dicono dal circolo – Da sempre veniva a prendere il caffè dopo pranzo. Leggeva il giornale e parlava con gli amici. Era simpatico, di battuta pronta. E poi era intelligente: sapeva il fatto suo”.
SERGIO CONTI
“Conoscevo Vasco da tutta la vita praticamente – interviene adesso l’elettricista Sergio Conti, amico d’infanzia – Abbiamo fatto le elementari insieme. E, oltre alla scuola, trascorrevamo insieme anche il tempo libero”.
“I pomeriggi a Tavarnelle a quel tempo non ci offrivano molto – prosegue – Le uniche cose che potevamo trovare erano un pallone e la bicicletta, ma eravamo contenti lo stesso. Proprio il calcio è stato il suo hobby prima delle moto: da ragazzo ha giocato nel Tavarnelle”.Â
“Da adulti abbiamo continuato a frequentarci – dice – Eravamo entrambi nella corale di Santa Lucia al Borghetto, entrambi bassisti. Ci siamo divertiti tanto. Siamo andati anche all’estero per delle rassegne”.
“Stavo volentieri in compagnia di Vasco, perchĂ© era una persona gioviale, festosa – così, con poche parole, ma piene di significato, Sergio racchiude l’essenza dell’amico – Gli piaceva stare con le altre persone, gli piaceva la vita”.Â
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