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domenica 14 Settembre 2025
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    Tavarnelle dice addio a Vasco Neri: con la sua scomparsa si chiude un altro capitolo della storia artigiana del paese

    86 anni, falegname. Casa e bottega "su pe' i Pitti", poi in via 2 Giugno. La grande passione per le moto. I ricordi di chi lo ha conosciuto bene

    BARBERINO TAVARNELLE – Tavarnelle piange per la scomparsa di Vasco Neri, storico falegname venuto a mancare l’8 settembre scorso, all’etĂ  di 86 anni.    

    Con la sua scomparsa si chiude un altro capitolo della storia artigiana del paese. Con lui se ne vanno le tecniche e i segreti di un mestiere antichissimo, che a sua volta gli erano stati tramandati dal babbo, Ezio.

    Vasco abitava “su pe’ i Pitti”, via Naldini per i non tavarnellini. Qui aveva anche la bottega, che poi spostò in viale 2 Giugno. Con le sue mani d’oro faceva prevalentemente mobili su misura, nei primi anni di lavoro in coppia con il babbo, poi da solo, dopo che lui se ne andò.   

    Era orgoglioso di avere fra i suoi clienti affezionati anche i principi Corsini, Giorgiana (scomparsa all’improvviso nel 2020) e Filippo, con i quali c’era un rapporto di stima reciproca, oltre che di lavoro.

    Quando non lavorava il legno, Vasco amava stare con i suoi amici e la sua famiglia, costituita dalla moglie, i tre figli e i nipoti, per i quali aveva realizzato i meravigliosi burattini di Pinocchio che vedete nelle foto.

    Un’altra sua grande passione erano le moto. Nel tempo ne ha avute diverse: una Norton Atlas, una Bmw, una Bsa Rocket 3, una Kawasaki 500… . Nelle immancabili girate con gli amici non andava forte, era prudente: scherzavano spesso su questo e lui stava al gioco.         

    Inoltre per anni ha fatto parte della corale di Santa Lucia al Borghetto, in cui suonava il basso. E sotto la presidenza Gabbrielli ha prestato servizio nella Misericordia di Tavarnelle, dedicandosi così anche al volontariato.

    AUGUSTO BRETTONI

    “Ho conosciuto Vasco tra il ’66 e il ’67, ancora prima che gli piacessero le moto – a parlare è un caro amico, il campione delle due ruote Augusto Brettoni, che è stato anche titolare del distributore di Barberino – Nel ’68 comprò da me le sue prime moto: una Norton Atlas e poi una Bsa”.

    “La domenica, nelle belle giornate d’inverno, partivamo alle 10 – racconta – e andavamo a prendere un caffè a Cecina. Sul parafango davanti aveva una targa con scritto “Paton”: lo chiamavano così perchĂ©, come Paton veniva dopo Agostini, così lui arrivava sempre dietro di me e Giovanni, un altro amico”.

    “Mi ha accompagnato spesso alle gare – ricorda – Una volta a Molino del Piano fermava le auto. Quando arrivai, la presi larga e feci un polverone. Disse: “Fermi tutti, ora si torna a casa”. Si era preoccupato. E poi gli piaceva scherzare: faceva spesso finta di essere arrabbiato”. 

    “Riusciva sempre a ottenere quello che voleva – aggiunge, riportando un altro aneddoto – Quando andammo a Imola per vedere Hailwood, il campione inglese, non facevano entrare nei box. Vasco, dopo qualche insistenza, ce la fece e fece passare anche noi”.

    “E poi era davvero bravo nei lavori manuali – conclude Augusto – Per la mia prima moto da corsa, la Motobi125, fece la forma del serbatoio di plastica”.

    PAOLO CRESTI

    “Vasco era un frequentatore assiduo dell’Mcl – ci dicono dal circolo – Da sempre veniva a prendere il caffè dopo pranzo. Leggeva il giornale e parlava con gli amici. Era simpatico, di battuta pronta. E poi era intelligente: sapeva il fatto suo”.

    SERGIO CONTI

    “Conoscevo Vasco da tutta la vita praticamente – interviene adesso l’elettricista Sergio Conti, amico d’infanzia – Abbiamo fatto le elementari insieme. E, oltre alla scuola, trascorrevamo insieme anche il tempo libero”.

    “I pomeriggi a Tavarnelle a quel tempo non ci offrivano molto – prosegue – Le uniche cose che potevamo trovare erano un pallone e la bicicletta, ma eravamo contenti lo stesso. Proprio il calcio è stato il suo hobby prima delle moto: da ragazzo ha giocato nel Tavarnelle”. 

    “Da adulti abbiamo continuato a frequentarci – dice – Eravamo entrambi nella corale di Santa Lucia al Borghetto, entrambi bassisti. Ci siamo divertiti tanto. Siamo andati anche all’estero per delle rassegne”.

    “Stavo volentieri in compagnia di Vasco, perchĂ© era una persona gioviale, festosa – così, con poche parole, ma piene di significato, Sergio racchiude l’essenza dell’amico – Gli piaceva stare con le altre persone, gli piaceva la vita”. 

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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