SAN CASCIANO – La notizia era uscita nei giorni scorsi (clicca qui per leggere l'articolo): i resti di Pietro Pacciani, esumati nel luglio dello scorso anno, giacciono ancora nel magazzino del cimitero comunale di San Casciano. Nella cassettina di zinco nella quale li avevano messi i necrofori.
Nessun familiare li aveva reclamati, e nonostante dopo sei mesi avessero dovuto essere collocati nell'ossario comune, erano sempre lì.
Troppo "diversi" dagli altri quei resti per finire lì senza colpi di scena. Uno di questi è stato senza dubbio la richiesta arrivata al Comune di San Casciano daparte di un docente universitario di Bari, il professor Maurizio Sozio.
Sozio scriveva a nome suo ma anche per conto di di un gruppo di studiosi che si è "coagulato" su forum on line proprio attorno alle vicende del Mostro di Firenze.
Sozio insegna "Diritti dell’uomo", e si dice convinto che sarebbe necessario che quei resti non finiscano nell'ossario comunale: in quel caso infatti qualsiasi possibilità di ulteriori analisi sarebbe preclusa.
In molti, in particolare a San Casciano, si chiedono cosa si vorrebbe ancora trovare tramite analisi post-autoptiche di questo tipo. C'è chi si azzarda a motivare questa idea con interessi morbosi, ma lo stesso professore barese, interpellato dall'Ansa, ha seccamente smentito.
Intanto i resti di Pacciani, anche su ordine della Procura della Repubblica di Firenze, per adesso rimangono fermi nel deposito: ma presto potrebbero davvero seguire il percorso "normale" e finire, non reclamati dai familiari, nell'ossario comunale.
di Redazione
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