BARBERINO TAVARNELLE – Si è spento, all’età di 87 anni, Alfredo Checcucci, per tutti, qui a Tavarnelle (dove abitava da tanti anni), “I’ Roccia”.
Una vera e propria istituzione all’interno della Misericordia di Barberino Tavarnelle e della Protezione Civile.
Effettuava il servizio di accompagnamento sulle ambulanze e soprattutto, a seguito di calamità che si verificavano sul territorio nazionale, era il primo a partire.
In tanti lo ricorderanno anche per i deliziosi “arrosti girati” che per ore e ore seguiva insieme al suo amico, Giulio Sanesi. E’ letteralmente passato alla storia uno dei tanti giorni di festa in cui misero a sedere… 700 commensali.
Il suo temperamento, schietto e diretto, a tratti un po’ burbero, celava in realtà un animo buono ed estremamente disponibile: ci si poteva rivolgere a lui per qualsiasi cosa e molto probabilmente non mancava una sua battuta in risposta.
Era un uomo d’altri tempi, estremamente pragmatico: aveva un’innata abilità manuale, raffinata poi dalle numerose esperienze, e una spiccata propensione nel risolvere problematiche di vario genere.
Un grande lavoratore, sempre pronto a rimboccarsi le maniche. Una persona onesta e corretta, semplice ed umile.
Tenace e forte come una roccia (da qui probabilmente deriva il suo soprannome), forgiato dalle difficoltà che la vita a lui e alla sua generazione aveva messo davanti.
Lo ricordiamo con le voci del figlio e di alcuni che, fra tantissimi, gli hanno voluto bene.
ANTONIO CHECCUCCI
“Mio padre – ci racconta il figlio Antonio – è nato da una famiglia povera al Castellaccio, una casa colonica vicino a Sicelle (San Donato in Poggio) nel 1937”.
“Imparando dal padre – prosegue – aveva iniziato da piccolo ad abbattere gli alberi nel bosco con il solo aiuto di una scure. Questa era rimasta nel tempo una delle sue passioni”.
Insieme alla caccia e ai cani (ne ha avuti 14), alla pesca e ai funghi: amava la natura.
“Ha svolto lavori di vario tipo – ricorda – Apicoltore, agricoltore, boscaiolo e operaio metalmeccanico. Nel 1990 è andato in pensione e da allora si è dedicato a tutti, incluso me: per intere estati mi ha aiutato nella gestione del campo da tennis al Lugo (nella frazione di Noce)”.
“Il nostro rapporto era speciale – Antonio vive in Germania da tanti anni – Per me e la mia famiglia era un faro, una luce visibile da qualsiasi distanza. Il solo sentirlo, quando eravamo lontani, ci trasmetteva gioia e sicurezza”.
“Il profondo rispetto che ha avuto per mia madre, venuta a mancare prematuramente, mi spinge a pensare che ora si siano ricongiunti in Paradiso – conclude, commosso, il figlio – e che da lassù veglino su di me, mia moglie, mia figlia e su tutte le persone a cui hanno voluto bene”.
ANTONIO CAMPONE
A proposito del Lugo, suo nipote Antonio Campone, presidente dell’Unione Polisportiva Tavarnelle, ci fa addentrare in questo importante capitolo della vita di Alfredo: “Negli anni Ottanta, mio zio e mio cugino inaugurarono il campo da tennis”.
“Dopo giorni e notti di lavoro – va indietro nel tempo con la memoria – riqualificarono il campo di sotto e costruirono quello di sopra. Antonio teneva corsi ai bambini e agli adulti. Lo zio era una sorta di tuttofare: imbianchino, elettricista, muratore, portava la terra, sistemava la rete, teneva in ordine gli spogliatoi…”.
“Nel 2021, dopo oltre vent’anni di inattività, abbiamo riaperto il campo – Antonio rivive con noi quel momento indimenticabile – Negli occhi dello zio ho visto tanta emozione”.
FRANCO CASTRUCCI
Franco Castrucci, amico di Alfredo e volontario della Protezione Civile, ha condiviso con lui tanti momenti durante i loro innumerevoli interventi: “Una volta, in Versilia, c’era un fiume bloccato dai detriti e dalle piante. Prese la motosega e in soli dieci minuti ripulì il fiume”.
Un altro ricordo che Franco ha di lui risale al 2002, quando il Molise fu colpito dal terremoto: “Eravamo a San Giuliano di Puglia. Dovevo tornare e casa. Non voleva che mi mettessi in macchina da solo: mi fece compagnia”.
“Era anche un burlone – aggiunge Franco – Quando andavamo a mangiare tutti insieme, ogni tanto ne tirava fuori una delle sue e ci faceva divertire”.
NICOLA BOSSINI
“Ciao Alfredo, per tutti noi “I’ Roccia” – inizia così il saluto di Nicola Bossini, volontario ed ex presidente della Protezione Civile – Vogliamo ricordarti così, con la tua divisa arancio-blu che hai sempre portato con orgoglio e onore, sempre in prima fila per gli altri e al servizio degli altri. E quante cose ci hai insegnato…”.
“Veglia su di noi e guidaci – conclude Nicola, nel suo toccante post pubblicato su Facebook – Noi, che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti e di lavorare con te, racconteremo sempre le tue grandi imprese alle nuove generazioni di confratelli e consorelle”.
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