TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Ieri mattina se ne è andato, a soli 47 anni, Francesco Penserini, per tutti “Cecco”. Lasciando un vuoto enorme, incolmabile.
“Cecco” era un’istituzione: conosciuto e benvoluto da tutti. Un ragazzo d’oro, innamorato della musica. E un esempio straordinario di tenacia: con tanta voglia di vivere ha superato mille difficoltà.
Prima abitava a Santa Maria a Macerata, vicino a Montefiridolfi. Poi con la famiglia si trasferì a Tavarnelle, in piazza della Repubblica. E anche qui si è fatto tanti, tantissimi amici.
Lavorava a Poggibonsi, in un’azienda che produce camper. Andava d’accordo con tutti. Gli piaceva molto il suo lavoro e, anzi, gli dava fastidio quando doveva stare a casa per via della malattia.
La musica era la sua passione più grande. Adorava l’elettronica e la techno. Ha girato tutte le discoteche della Toscana: conosceva molti dj, anche di persona. Per dirne un paio, Dj Farfa e Ricky Le Roy.
E, oltre che ascoltarla, gli piaceva suonarla, la musica. Era un dj anche lui. Metteva i “suoi” dischi il martedì al mercatino e agli eventi organizzati dall’associazione “Ci Incontriamo” alla Rampa.
Amava stare in compagnia, ne aveva proprio bisogno. Andava spesso all’Acli e al Bar Italia per fare una “bevuta”. Ma, più che altro, per passare del tempo con gli amici.
CESARE PENSERINI
“Per lui gli amici erano importantissimi: viveva per loro” dice, commosso, Cesare, il fratello di “Cecco”.
“Nella fase terminale della malattia – aggiunge – quando era a casa, è stato pazzesco ciò che hanno fatto i suoi amici: lo hanno tenuto di buonumore fino all’ultimo giorno”.
GIACOMO LOTTI
“Anche se ci conoscevamo già da prima – interviene Giacomo Lotti – la nostra amicizia è nata in vacanza ad Ibiza. Vivere con Francesco 24 ore su 24 è stato bello. Ci ha migliorato la vita. Non chiedeva mai niente e dava tanto”.
“Lo volevo portare alla serata “Flower Power” – sorride – Ma lui non ci voleva venire: mettevano musica anni Settanta e Ottanta e a lui non piaceva. Quanto l’ho preso in giro quella volta…”.
“Era un po’ diffidente – Giacomo ci svela qualche lato del carattere di “Cecco” – Ed è giusto che lo fosse, perché è sempre vissuto nel mondo delle discoteche. All’inizio stava sulle sue, ma quando si scioglieva era un fiume in piena”.
“Lo conoscevano tutti – racconta – Quando andavamo a giro, incontravamo spesso dj, vocalist, PR. E tutti lo salutavano. Adorava Dj Farfa: lo seguiva in tutte le serate. Quando Farfa lo ha chiamato una quindicina di giorni fa, Francesco era contento pazzo”.
“Non si è mai arreso né lamentato – dice Giacomo, orgoglioso del suo amico – Quando stava male, continuava ad uscire. Veniva a cena con noi, anche se non poteva mangiare quello che mangiavamo noi. Ma per lui non era un problema: gli bastava che si stesse insieme”.
MARCO SANTAGATI (“BULIO”)
“Abbiamo fatto tante serate insieme – racconta Marco Santagati, detto “Bulio” – Siamo stati alla Fiera a Rimini, al “Tinì” a Cecina, in Versilia, a Follonica. E poi si rimaneva a dormire al mare”.
“Nel 2016 abbiamo avuto la fortuna di portarlo anche a Ibiza, nel tempio della discoteca – aggiunge – E’ stata una bella vacanza. Siamo stati a ballare tutte le sere. Gli avevamo promesso che lo avremmo riportato, ma purtroppo a causa della malattia non è stato possibile”.
“Quando riapriranno le discoteche – un velo di nostalgia cala sulla voce di “Bulio” – ci mancherà fare serata con lui”.
IRENE SANTUCCI
“Sono un po’ scossa – a parlare è Irene Santucci, titolare del “Caffè Italia” in piazza a Tavarnelle – Sono appena stata a salutarlo… . In camera ho visto che teneva ancora il calendario del “Caffè Italia” che abbiamo fatto nel 2010”.
“Un mesetto fa ci siamo sentiti telefonicamente per l’ultima volta – ricorda Irene – Parlava con un filo di voce. Ci eravamo ripromessi di fare una festa in piazza, una volta finita la pandemia. E lui avrebbe messo la sua amata musica”.
DUCCIO BECHERONI (DIDJE DOO)
““Cecco” è tra le persone più innamorate della musica che abbia mai incontrato – la parola passa a Duccio Becheroni, detto Didje Doo – Si faceva i veri chilometri in macchina, anche da solo, per una bella serata. E poi ballava per tutta la notte”.
“L’amore per la musica ha sempre tenuto vivo in lui il ragazzino che si entusiasma appena sente aria di festa – prosegue – Sempre, anche con un filo di fiato. Una forza incredibile, dentro a quella figura così esile”.
“Una delle cose più belle era ridere insieme a “Cecco”: era musica anche quella – con queste bellissime parole Duccio saluta Francesco – La musica, “Cecco”, leggera e impalpabile. Come la tua anima, che ritroverò ogni volta che la “puntina” incontrerà il disco”.
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