SANT’APPIANO (BARBERINO TAVARNELLE) – Arthur Antunes Coimbra, conosciuto da tutti come Zico.
Sessantuno anni, brasiliano, numero dieci iconico, che ha fatto sognare in tutto il mondo: dal suo Brasile, quello dei grandi fenomeni ma che nel 1982 perse al Mondiale in Spagna contro l’Italia di Paolo Rossi.
E poi nel Flamengo, in un’Udinese rimasta leggendaria, fino in Giappone. Fuoriclasse assoluto, amato dai tifosi di tutto il mondo senza eccezioni.
Nei giorni scorsi si è goduto una giornata speciale alla Fattoria di Sant’Appiano, nel comune di Barberino Tavarnelle.
Dove è stato accolto da Barbara Bertini e dalla mamma Maria Grazia, titolare dell’azienda insieme a Stefano Cappelli.
Pierfrancesco Bertini invece, ovvero colui che più di tutti avrebbe voluto esserci, era fuori per lavoro. E ancora… non se ne dà pace.
“La sera prima – ci racconta Pierfrancesco – mi arriva un messaggio da un amico: domani arriva Zico, ti faccio sapere quando veniamo. Alle 11.30 non avevo né visto né sentito nessuno, così sono partito per andare a Pistoia per un impegno di lavoro. Non avevo neanche detto nulla in azienda, aspettavo la chiamata”.
“Mentre sto arrivando a Pistoia – continua – mi arriva la telefonata. Zico sta arrivando. Chiamo mia sorella in azienda, per avvertirla. Lei mi dice: c’è un brasiliano qui. Era già arrivato, lei non sapeva neanche… chi fosse”.
Pierfrancesco invece lo sa bene chi è Zico. Per il quale, da ragazzo, pur essendo grande tifoso della Fiorentina, nutriva una venerazione totale.
“Alle superiori – ci dice – la mattina quando entravo a in classe sul mio banco scrivevo il suo nome per esteso, con il lapis, per poi cancellarlo a fine giornata e poi riscriverlo il giorno dopo. Era una sorta di abitudine, di scaramanzia. Ero tifoso della Fiorentina ma quella generazione lì era affascinata dai grandi giocatori, erano al di sopra delle fedi calcistiche”.
Quindi, mettiamoci nei panni di Pierfrancesco. Hai l’idolo della tua adolescenza nella tua azienda, arrivato così all’improvviso e sei… a decine di km di distanza.
“Ho provato di tutto per rientrare – ci racconta ancora – ma quel giorno l’autostrada era bloccata per un incidente, così come tutta la viabilità ordinaria. Insomma, non c’è stato verso di tornare”.
Mentre è in coda Pierfrancesco, con la voce rotta dall’emozione, manda un video alla sorella, da mostrare al campione brasiliano, in cui gli racconta tutta la sua “devozione” giovanile nei suoi confronti. Zico gli risponde con un altro video e con una dedica sul libro delle visite.
“E’ stato gentilissimo – dicono Barbara e Maria Grazia – Molto interessato ai vini, alla nostra azienda, con una educazione e una gentilezza rare”.
Pierfrancesco alla fine torna a Sant’Appiano. Zico non c’è più. Rimangono le foto, i video (condivisi anche dal campione brasiliano sul suo profilo Instagram). E una mattinata da ricordare, in cui Arthur Antunes Coimbra, quel nome che da giovane lui scriveva sul banco di scuola, si è materializzato… a casa sua.
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