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giovedì 25 Aprile 2024
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    Quattro anni da fidanzati e 67 da sposati: Franco e Gina Guarducci, un amore lungo una vita

    I ricordi della guerra, della gioventù da contadini. Il matrimonio alla Pieve. E poi il lavoro, le figlie (Beatrice e Roberta), i nipoti ("la nostra soddisfazione"). E tanto, tanto volontariato

    TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Franco Guarducci e Gina Trambusti (“la bionda” o “la professoressa”, così la chiama lui): quando “una vita insieme” non è un modo di dire.

    Lui 89 anni e lei 88, si sono conosciuti che ne avevano rispettivamente 18 e 17. E da allora non si sono mai lasciati. Sono stati (e lo sono tuttora) l’unico amore della loro vita. Un esempio straordinario per tutte le coppie.

    Quattro anni di fidanzamento e… 67 di matrimonio. Nel 2014 le nozze di diamante: “la festa della resistenza”, come la definisce Franco scherzando. E ora si avviano a segnare un ulteriore record: il 70esimo anniversario.

    Per Gina Franco ha solo un difettuccio: “E’ geloso, mi chiedeva dove ero stata e perché ero tornata tardi, però si faceva subito pace”.

    # Coppie del Chianti: iniziamo da oggi un viaggio nelle piccole-grandi storie delle nostre famiglie

    Franco, dal canto suo, ribatte: “Mi fa impazzire con le pulizie, ma si è mantenuta abbastanza giovane, le gambe se le porta bene dietro”.

    Figli di mezzadri, Gina ha fatto le elementari, Franco il terzo avviamento agrario. I ricordi della guerra sono ancora vividi nella loro mente: a dodici anni Gina, inseguita dai tedeschi che volevano prenderle i maiali, corse, entrò nel bosco e “ce la feci a salvarli… e salvarmi”.

    “Da giovani facevamo i contadini nella stessa fattoria a Bonazza, dove vivevamo – inizia Franco – Ci incontrammo in tempo di vendemmia, quando si sceglievano i grappoli. Appena mi vide, si incantò. Ci toccammo la manina: le chiesi di “fare l’amore” e lei mi disse subito di sì”.

    “Nel 1954 ci sposammo – raccontano – Alla Pieve, di sabato: così la domenica ci saremmo potuti riposare. Si fece il viaggio di nozze… dietro la “barca” della legna. A mezzanotte non ci pareva “millanni” di andare a letto”.

    Gina ha iniziato a fare le pulizie, Franco ha lavorato al “Galileo” nell’elettromeccanica e all’Inps.

    Presto sono arrivate Beatrice e Roberta: “Sono rimasto proprio contento di avere due femmine”, ci rivela Franco.

    E poi “la nostra soddisfazione”: i nipoti Angela, Francesco e Oscar.

    Dopo gli anni difficili della guerra e del lavoro nei campi, ecco finalmente il loro (meritato) “riscatto”.

    “Abbiamo fatto parte di tutte le associazioni del paese – ci dicono – Sindacato, partito, Auser, Calcit, coro parrocchiale. Sempre insieme. Ci piace stare con la gente”.

    Il ragù della Gina (“il sugo”, come lo chiama lei) è passato alla storia. In occasione degli eventi organizzati dalle varie associazioni, ne ha preparato anche otto chili!

    “Abbiamo viaggiato tanto, in tutta Europa: ci manca solo l’Inghilterra – prosegue Franco – S’è fatto… per cambiare letto. Ogni estate andiamo al mare per quindici giorni, ma… la mi si spoglia”.

    A causa del Covid-19, Gina e Franco ora stanno quasi sempre a casa, in compagnia del loro adorato gatto, Alfio.

    Leggono. Lui ha Facebook e guarda i video su Youtube. E’ appassionato di storia: qualche anno fa ha scritto un libro, “Memorie di un contadino smesso”, sulla vita nelle campagne e le lotte sindacali.

    “Il segreto del nostro matrimonio? – siamo curiosi di conoscere il loro “trucco” – Litigare e fare la pace: i momenti di crisi ci sono, ma passano. E poi ridere insieme”.

    Chiediamo se siano mai pentiti della loro scelta e Franco ci risponde con la sua travolgente ironia: “Se avessi potuto, ne avrei prese due”.

    “Cosa ci auguriamo per il futuro? – Franco ci saluta con una delle sue pillole di saggezza – Si guarda di campare un altro pochino: l’unica cosa che non viene a noia è vivere”. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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