BARBERINO TAVARNELLE – “Egregio Mario Draghi, avrebbe mai immaginato che, dopo due anni dall’attivazione del fondo da lei istituito, lo Stato italiano si sarebbe opposto, cadendo nella contraddizione, incomprensibile e inaccettabile, di impedire il raggiungimento della finalità con cui lo stesso ristoro era nato, ovvero risarcire le vittime o gli eredi dei crimini di guerra compiuti dal Terzo Reich?”.
Con queste parole il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, che dall’alba del 2024, insieme a 26 comuni toscani, ha rinsaldato la rete della memoria dei territori, teatro di stragi nazifasciste, nell’intento di contrastare chi non riconosce e offende la memoria delle vittime, rivolge un appello e una richiesta di supporto all’ex presidente del consiglio dei ministri.
Si parla di persone molto anziane, ormai alla soglia dei novant’anni, che hanno vissuto in prima persona i misfatti dell’estate del ’44 e ne portano ancora i segni.
Come Mirella Lotti che, dopo una sofferenza durata una vita, sopravvissuta anche ai ricordi dell’orrore, l’immagine fissa del padre Giuliano strappato dalle tenere braccia di una bambina di soli 8 anni e ucciso dalle truppe nazifasciste, è costretta ad ingoiare ancora una volta l’amara realtà di un diritto negato.
“Le sembra giusto e possibile – dice ancora Baroncelli rivolto a Draghi – che Mirella veda aprirsi uno spiraglio con l’accoglimento dell’istanza sancito dal Tribunale di Firenze, la cui sentenza stabilisce sia il risarcimento a suo favore sia la condanna della Germania all’assunzione di responsabilità e qualche settimana dopo debba affrontare l’affondo di una nuova lama, il diniego dell’Avvocatura dello Stato che fa appello alla sentenza, blocca e procrastina l’accesso al fondo perché convinta che la Germania non debba essere citata come parte in causa?”.
“Vorrei conoscere il pensiero del signor Draghi – incalza – sull’atteggiamento ostile e dilatorio dell’Avvocatura dello Stato che ha bloccato l’iter giudiziario per il risarcimento dei familiari delle vittime, e pregarlo di intercedere per noi, per la nostra comunità che attende giustizia e verità da 80 anni”.
Sono espressioni secche quelle che spingono il sindaco Baroncelli a sollecitare una riflessione nel promotore della legge 36, di fronte al diniego dell’Avvocatura dello Stato (che agisce per conto della presidenza del consiglio dei ministri e del ministero dell’economia e delle finanze).
Il Fondo “per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità compiuti sul territorio italiano in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945” è stato deliberato dal Governo Draghi nel 2022.
“Il fondo c’è ma non si usa – continua Baroncelli – neanche per coloro che hanno ottenuto una sentenza di accoglimento, sembra una storia surreale e invece oggi siamo costretti a farci i conti, una storia amara che piomba con tutto il suo immenso macigno di angosce e privazioni sulle spalle dei familiari delle vittime, già provati dal dolore di non aver potuto vivere al fianco dei loro cari”.
Il primo cittadino torna dunque a criticare aspramente l’opposizione che l’Avvocatura dello Stato ha mosso contro le sentenze emesse dalla giudice Susanna Zanda del Tribunale di Firenze rispetto alle vicende storiche della strage di Pratale dove il 23 luglio 1944 furono freddati a colpi di mitraglie dodici contadini, tra cui il padre e il nonno di Mirella, Giuliano e Carlo Lotti, e del massacro di Egidio Gimignani, il partigiano che fu torturato e sepolto vivo a San Donato in Poggio il 20 giugno 1944.
Entrambi gli eccidi nazifascisti si consumarono nel territorio comunale di Barberino Tavarnelle.
“Cosa ne pensa, signor Draghi, della mossa più recente, la scelta del Governo di negare la proroga dei termini per l’accesso del fondo? – specifica Baroncelli – A me conferma la sensazione di uno Stato che si accanisce contro i propri cittadini, che lotta contro se stesso. Il fondo che lei ha istituito è un atto dello Stato italiano, prima si dice di voler aiutare, poi si fa di tutto per non realizzarlo, perché lo Stato italiano deve inserirsi in un contenzioso che ha solo il fine di allungare i tempi e magari indurre i familiari, nella maggior parte anziani, a desistere e rassegnarsi”.
“Ci vuole empatia da parte delle istituzioni, c’è bisogno di uno Stato vicino ai suoi cittadini rispetto a questi fatti della storia che nessun appello può mai negare – tiene a dire Baroncelli – non è possibile trattare questi argomenti come se si stesse compilando il 740, non credo sia il modo più giusto, ed è importante far valere i valori su cui la Costituzione Italiana è fondata, dobbiamo agire e intervenire proprio nel rispetto istituzionale per tenere viva la nostra memoria”.
Il prezzo della guerra pagato con la vita è elevatissimo: il territorio toscano annovera 200 stragi e 4.000 vittime seminate nel periodo che intercorre tra l’aprile e l’agosto del 1944.
Il coordinamento dei comuni colpiti dalle stragi nazifasciste è finalizzato a raccogliere dati, testimonianze, esperienze e alla creazione di momenti di condivisione e confronto con le associazioni locali e i legali dei familiari delle vittime.
“L’obiettivo è quello di tenere alta l’attenzione pubblica – conclude il sindaco di Barberino Tavarnelle – far riflettere e far sentire alle più alte cariche dello Stato la voce nostra e quella delle persone più anziane, affaticate dalla complessità del percorso, e allo stesso tempo elevare un grido di giustizia a difesa delle nostre comunità”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA