CHIANTI FIORENTINO – Cicci è una simpatica femmina di cinghiale adottata da Mario Rossi (lo chiameremo così, ci ha chiesto di mantenere il riserbo sul nome… reale) che insieme alla moglie ha instaurato un rapporto a dire poco speciale con la cinghialina.
"Cicci è stata abbandonata da sua madre perché non riusciva ad accudirla dopo un parto eccezionale dove sono nati tanti piccoli – racconta al Gazzettino del Chianti Mario – Aveva davvero poco tempo quando l’abbiamo adottata, altrimenti sarebbe morta. L’ho portata in casa accudendola con un biberon, come fosse un bambino".
E così si è abituata a stare in casa. "E’ come un cagnolino di piccola taglia (per adesso) – racconta Mario – In un primo momento ha vissuto in casa senza mai uscire, il giorno stava sulla poltrona, mentre la notte veniva a dormire in camera: sia chiaro, non veniva a letto con noi, ma si sistemava su un lato della camera buona buona fino a quando si svegliava intorno alle quattro, si avvicinava al letto e iniziava a grugnire svegliandoci".
E qui entra in scena la moglie del signor Mario: "All’inizio non ero d’accordo di tenere in casa un animale simile, anche perché ero io ad alzarmi, preparare il latte, metterlo nel biberon e farla mangiare fino a quando, sazia, si staccava e tornava nel suo angolino riprendendo a dormire!".
Tutto questo avviene ancora? "In maniera minore – riprende il marito – adesso Cicci è autonoma gira per casa e quando usciamo viene fuori con noi (la famiglia naturalmente vive in aperta campagna e in una zona di riserva di caccia). Viene con me a governare i polli e le oche, ogni tanto li rincorre senza però fargli del male, come se volesse giocare, l’unico con cui proprio non va d’accordo è il gallo".
"Che sta distante da Cicci – sorride Mario – salvo quando s’incrociano, allora devo intervenire io. Anche quando vado nel campo mi viene dietro, non si allontana più di tanto e comunque se qualche volta lo fa, dopo poco torna a casa".
Che cosa mangia? "Ancora il latte – risponde – ma poi un po’ di tutto, è ghiottissima del gelato e l’uva, vuole vedere?…".
Mario coglie un grappolo da una vite e lo lancia a Cicci che subito è circondata dalle galline che sperano di arraffarne qualche chicco: "Cicci mettici sopra la zampina altrimenti ti portano via l’uva" le grida Mario.
E lei, incredibilmente, a comando mette la zampetta sopra il grappolo continuando a mangiare. Ma c’è un’altra particolarità, mentre siamo a parlare Cicci arriva trasportando in bocca dei rami secchi che lascia tra i piedi del suo "padrone", mettendosi poi sdraiata sotto la sedia. "Ogni tanto mi porta qualcosa – dice Mario – e fino a quando non la raccolgo non si muove da lì".
Gli chiediamo se altre volte ha avuto occasione di tenere animali simili: "Alcuni anni fa avevo un cinghiale maschio, veniva a mangiare e poi tornava nel bosco. I maschi sono diversi, quando percepiscono che le scrofe sono in amore vanno via. L’hanno ucciso durante una battuta di caccia".
E se un giorno Cicci decidesse di andarsene? "Pazienza – dice – Certo non nascondo che mi dispiacerebbe, ma la natura deve fare il suo corso".
Nel frattempo da dietro l’angolo spunta un cane, Cicci alza le orecchie e contemporaneamente le setole lungo la schiena: "Niente paura, è un cucciolo anche lui di quattro mesi, è venuto per giocare".
E’ quasi l’ora di cena, lasciamo Mario e la sua Cicci, anche lei ha intuito che è arrivata l’ora di mangiare, così prima del suo padrone infila nel corridoio di casa.
"Non si saluta?" brontola Mario rivolgendosi a Cicci che, incredibilmente torna indietro, s’infila tra i nostri piedi e si stende per terra. "Vuole che le gratti la pancia": una grattatina e poi via di nuovo in casa.
Che dire, se ce l'avessero raccontato una sera d’estate a un tavolino di un bar, avremmo pensato ad un racconto di fantasia. Ma abbiamo toccato con mano (e grattato!) un fenomeno davvero eccezionale.
di Antonio Taddei
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