CHIANTI FIORENTINO – Il Chianti fiorentinocontinua a far sentire la propria voce contro la mancata erogazione dei risarcimenti in favore dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste.
Come è avvenuto in oltre venti comuni toscani, che aderiscono al coordinamento sulle stragi nazifasciste nato un anno fa per iniziativa dei comuni chiantigiani, anche nei Consigli comunali di San Casciano, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle l’ordine del giorno che invita i sindaci ad adoperarsi in ogni sede istituzionale al fine di sollecitare il Ministero dell’economia e delle finanze a procedere in modo tempestivo all’erogazione dei ristori è stato approvato con voto unanime dei presenti.
“La realtà è una sola – dichiarano i capigruppo di maggioranza Ketty Niccolini, Niccolò Masiero e Valentina Cerrini – il governo sta voltando le spalle alla memoria, sta negando la storia, mostrandosi indifferente al dolore, alle gravi sofferenze patite dai familiari delle vittime e al sacrificio stesso di tutti coloro che, da vittime civili, hanno subito inermi gli orrori del secondo conflitto mondiale che tanto sangue e morte ha seminato nelle nostre campagne”.
“Quella che vogliamo denunciare è una situazione di totale stallo – proseguono – nella quale si trovano i richiedenti delle istanze risarcitorie, alcuni dei quali alle soglie del secolo di vita, testimoni diretti dei crimini di guerra perpetrati dalla barbarie nazifascista, un muro inspiegabile elevato dal Governo che consideriamo uno schiaffo, pesante, doloroso, alla dignità umana, un macigno che pesa sulla coscienza civica e che fa morire il nostro Paese due volte”.
Nonostante l’ottenimento del titolo e la presentazione di regolari domande di accesso al Fondo, il Ministero non sta procedendo in modo tempestivo all’erogazione dei ristori.
“Ciò comporta un grave pregiudizio – rimarcano – per coloro che, spesso dopo svariati anni, sono riusciti a ottenere un valido titolo per l’accesso al Fondo”.
“Un pregiudizio aggravato dall’atteggiamento tenuto, nel corso dei giudizi funzionali all’ottenimento del titolo, dall’Avvocatura dello Stato – denunciano – che, molto spesso, è intervenuta per contestare, con eccezioni anche del tutto pretestuose, la fondatezza della pretesa risarcitoria nei confronti della Repubblica federale tedesca”.
Qual è il risultato oggi? “Un blocco della situazione su tutta la linea – precisano – che impedisce alla normativa, l’articolo 43 del d.l. n. 36/2022, di produrre i propri effetti e, in particolare, di dare ristoro alle vittime dei crimini di guerra nazifascisti, così pregiudicando la realizzazione di un obiettivo direttamente derivante dalla vocazione antifascista della Costituzione repubblicana”.
“Noi non ci arrendiamo – promettono – proseguiremo con ogni strumento a nostra disposizione al fianco dei familiari delle vittime con la forza della rete istituzionale del coordinamento dei comuni toscani, teatro di stragi nazifasciste”.
“Anche se l’intento dell’Avvocatura dello Stato – concludono – è evidentemente quello di allungare i tempi e scoraggiare i familiari noi continuiamo a batterci insieme, uniti, lo faremo con mobilitazioni e presidi che ci vedranno lottare in questa battaglia di civiltà e memoria”.
Una posizione, quella dei capigruppo Niccolini (San Casciano, Pd), Masiero (Greve in Chianti) e Cerrini (Barberino Tavarnelle), rafforzata dalle parole del senatore Dario Parrini che si unisce alla denuncia con fermezza e convinzione.
“Voto importante – chiosa Parrini – è necessario tenere alta la mobilitazione istituzionale e sociale per risolvere i tanti problemi legati all’atteggiamento dell’Avvocatura e del Mef che ancora impediscono che si possa rendere giustizia agli eredi delle vittime e alla memoria dei loro cari, vittime di atti esecrandi”
E’ stato l’articolo 43 del decreto legge 30 aprile 2022, n. 36 ad aver istituito il Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945.
Attraverso tale disposizione lo Stato italiano, ponendo fine a una annosa controversia con la Repubblica federale tedesca, ha deciso di assumersi l’onere economico dei ristori residui conseguenti ai crimini di guerra commessi dalle forze del Terzo Reich, mettendoli a carico del Fondo.
La condizione per accedere al Fondo è quella di aver ottenuto un titolo costituito da sentenza passata in giudicato avente ad oggetto l’accertamento e la liquidazione dei danni, a seguito di azioni giudiziarie avviate alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 36/2022 (e cioè il 30 aprile 2022).
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