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lunedì 6 Maggio 2024
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    Paolo Saturnini: “Alcune idee per il Chianti post-Covid. Una terra da tenere (tutta) come un giardino”

    "Veniamo da 20 e più anni nei quali l’economia del Chianti è cresciuta attorno al binomio vino e turismo. Oggi, dopo il Covid, improvvisamente scopriamo che il re è nudo..."

    GREVE IN CHIANTI – Sindaco di Greve in Chianti dal 1990 al 2004. Anima e fondatore del movimento delle Cittaslow.

    Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Paolo Saturnini su come il Chianti può e potrà affrontare il mondo post-Covid.

    Nella speranza che il peggio sia alle spalle, dopo aver ospitato nei giorni scorsi le idee di Dario Cecchini (un altro che in Chianti di persone ne ha fatte arrivare…) queste le riflessioni dell’ex primo cittadino grevigiano.

    # Dario Cecchini: “Il problema non è che mancano i turisti in Chianti. Mancano i residenti!”

    Oggi che (almeno speriamo) il peggio è passato, penso che sarebbe utile aprire un dibattito pubblico su questo tema.

    Veniamo da 20 e più anni nei quali l’economia del Chianti è cresciuta attorno al binomio vino e turismo. Oggi, dopo il Covid, improvvisamente scopriamo che il re è nudo.

    Bisogna ricominciare, ma da dove?

    Il Chianti deve tornare ad essere attrattivo, ma prima di tutto, deve tornare ad essere se stesso, non la brutta copia di se stesso.

    1) Bisogna ricominciare dalla terra, che è la vera essenza di questa zona

    La terra oggi in Chianti significa quasi esclusivamente vigneti e oliveti: vino ed olio. Tutto il resto è scomparso.

    Ci sono centinaia di aziende che coltivano i loro vigneti con cura e passione e li tengono come giardini, ma, basta aprire gli occhi e guardarsi attorno, ci sono anche vigneti coperti da erbacce e filari vecchi e sciancati.

    Ci sono centinaia di aziende che tengono i loro olivi come fossero persone di famiglia, ma ci sono anche migliaia e migliaia di olivi abbandonati a se stessi.

    Non va bene. Se vogliamo ricominciare dalla terra, allora questa nostra terra bisogna tenerla tutta come un giardino.

    Bisogna tornare a coltivare anche quei terreni che nel tempo sono stati lasciati indietro.

    Non sono un nostalgico del tempo che fu, anche perché la mia famiglia, come migliaia di altre famiglie, si è spaccata la schiena per secoli su queste colline, ma mi domando: perché in Chianti non si può più seminare nemmeno un chicco di grano o di orzo o di avena?

    Perché non si può più allevare, tranne rare e lodevoli eccezioni, nemmeno un vitello o un maiale? Perché non si può più piantare alberi da frutto, quando i nostri poderi erano pieni di ciliegi, di peri, di meli, di peschi, di albicocchi, di susini, di fichi, di noci e di mandorli?

    Perché non si può più seminare un campo di lupinella o di erba medica? Perché il nostro paesaggio agrario deve essere ridotto solo a vigneti, oliveti e boschi?

    Se vogliamo essere “Patrimonio dell’Umanità” bisognerà pure che a questo patrimonio corrisponda qualcosa di concreto.

    Non facciamo più gli orti, non produciamo più verdure; non alleviamo più un pollo, un tacchino, un’anatra, un coniglio.

    Ricominciamo dalla terra, ma ricominciamo da una agricoltura bio (senza se e senza ma) e senza diserbanti e ricominciano da una agricoltura che sia realmente polifunzionale.

    2) Ricominciamo dalla qualità della vita

    Venti anni fa chi scrive lanciò il progetto delle Cittaslow. Allora arrivarono in Chianti i media ed i giornali di tutto il mondo.

    Oggi quel progetto, anche se è diventato un grande network mondiale, ha perso una parte della sua spinta propulsiva.

    Eppure era nato per difendere l’originalità e l’autenticità dei luoghi, delle tradizioni e dei prodotti.

    Oggi più che mai c’è bisogno di riprendere in mano questo progetto e fare del Chianti una unica, grande Cittaslow ed un grande laboratorio del buon vivere e della qualità della vita.

    3) Ricominciamo dal cibo e dalla cucina

    Domandiamoci che cosa ne è delle nostre tradizioni; andiamo a vedere nei menù dei nostri ristoranti che cosa è sopravvissuto di quell’immenso patrimonio gastronomico.

    La nostra era una cucina povera, ma povera non vuol dire banale.

    Oggi è il momento di riprendere in mano con forza questo tema e di lanciare un grande progetto culturale, ma anche economico: una Scuola di Alta Specializzazione sulla Cucina del Chianti e della Toscana.

    Per formare i nostri chef e per attrarre, nei mesi invernali, gli chef di tutto il mondo che poi diventeranno gli ambasciatori della nostra cucina nel mondo.

    4) Ricominciamo dall’arte

    Negli anni ’90 il Chianti fu teatro di una importante iniziativa che coniugava un territorio dal cuore antico con l’arte contemporanea.

    Da questo binomio nacque “Tuscia Electa”, che raccolse attorno a se i più importanti artisti internazionali contemporanei che realizzarono le loro opere e le loro installazioni nelle piazze, nei borghi e nelle pievi del Chianti.

    Ricominciamo da qui e diamo vita ad una nuova grande esperienza attorno all’arte contemporanea.

    5) Ricominciamo dalla cultura

    Abbiamo un Premio Letterario Chianti che, con grande impegno, da decenni coinvolge centinaia di cittadini chiantigiani attorno ai libri ed alla lettura.

    Facciamo in modo che questo Premio, con il prestigio che ha accumulato, diventi il veicolo per coinvolgere scrittori nazionali ed internazionali che potrebbero essere ospitati in Chianti ed ambientare qui alcune delle loro opere future.

    Il territorio ne avrebbe importanti ed impensabili ricadute.

    6) Ricominciamo dal cinema

    Creiamo una “Chianti Film Commission” con il compito di individuare registi e produttori cinematografici disponibili a ambientare e girare le loro storie, i loro film e le loro serie televisive qui in Chianti.

    Sono passati quasi trent’anni da quando Kenneth Branagh girò a Vignamaggio il suo “Much ado about nothing” e ancora non si è spenta l’eco.

    # “Molto rumore per nulla”, ovvero Shakespeare nel cuore del Chianti

    Quello che voglio dire, in sintesi, è che servono idee e serve un confronto con cui selezionare le idee ed i progetti migliori.

    Paolo Saturnini

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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