È il 1993 quando l’attore e regista irlandese Kenneth Branagh decide di portare William Shakespeare nel Chianti.
Il testo prescelto e adattato per il cinema è “Much Ado About Nothing” (in italiano, “Molto rumore per nulla”), capolavoro composto tra 1598 e 1599, uno dei più famosi del Bardo, al punto che il suo titolo è diventato un modo di dire.
Il cast è assolutamente stellare. Oltre allo stesso Branagh, compaiono nel film Denzel Washington, Emma Thompson, Michael Keaton, Keanu Reeves, Robert Sean Leonard e Kate Beckinsale.
La vicenda, tra intrighi e inganni, fratellastri cattivi e morti presunte, amori celati e amori manifesti, calunnie e rivelazioni, balli, canti e paesaggi, si svolge, secondo l’autore di questa che è insieme una commedia romantica e una tragicommedia, a… Messina!
Ci vogliono tutta la sfrontatezza e la fantasia del cinema e del regista di razza per immaginarne la trasposizione filmica interamente a Villa di Vignamaggio, a Greve in Chianti!
Messina-Greve? Decisamente chiama e rispondi!
Eppure, nella scelta chiantigiana, Branagh è ben consigliato dal location manager Paul Shersby e dal suo collaboratore italiano Giorgio Gallani.
La Villa di Vignamaggio, con il suo elegante giardino all’italiana e gli oliveti e i vigneti che la incorniciano, già dei Gherardini, quelli di Monna Lisa, la Gioconda di Leonardo da Vinci, questa dimora che toccò il vertice del suo splendore intorno alla metà del ‘600 ed ospitò a lungo anche lo scrittore Bino Sanminiatelli, questa magnifica villa toscana si rivela il set ideale per “Molto rumore per nulla”.
E il regista, da grande uomo di teatro e di cinema e da profondo conoscitore di Shakespeare, se ne rende conto immediatamente, fa sua la scena e conduce una danza meravigliosa il cui risultato è sotto gli occhi dello spettatore anche a distanza di oltre vent’anni dalla realizzazione del film.
Vignamaggio è infatti saldamente all’interno delle azioni e dei sentimenti dei personaggi: molto più di quanto non avrebbe potuto fare la stessa Messina!
Ogni uomo e ogni donna della storia, dal protagonista all’ultima comparsa, è in simbiosi con le fontane, i vialetti, i paesaggi, i portoni, i fantastici interni, i cespugli, le architetture, gli scorci, gli angoli, i colori e i profumi della Villa. Un’interpretazione da Oscar per la location!
È così che Shakespeare rivive nel Chianti grevigiano, che il Chianti finge di essere Messina e dintorni, restando comunque splendidamente se stesso, e che una villa diventa praticamente un’attrice. È la magia del cinema e del nostro meraviglioso territorio…
Enrico Zoi
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