GALLUZZO (FIRENZE) – Una vecchia foto in bianco e nero. Nella quale si vede un gruppetto di adulti e bambini dai volti sorridenti risalire una ripida salita (che gentilmente “Vecchia Firenze mia” ci ha concesso di pubblicare).
Ci ha incuriosito, e abbiamo scoperto che è stata scattata lungo quel vecchio percorso che portava all’antico e unico ingresso della Certosa del Galluzzo.
Fondata da Niccolò Acciaioli, situata sulla sommità di Monte Acuto, detto anche “Monte Santo”, è da sempre un luogo caro a tanti fiorentini ma anche a tanti imprunetini e chiantigiani, che con la Certosa hanno sempre avuto un legame saldissimo.
Adesso sono i religiosi della ComunitĂ di San Leolino ad essere diventati i custodi del monastero: dal dicembre 2017, quando i Monaci Cistercensi hanno dato l’addio a questo luogo di fede e di pace.

Con loro la Certosa ha ripreso nuova vita, salvo dover poi limitare le tante iniziative programmate a causa della pandemia.
Così, grazie al consenso di padre Bernardo Artusi e con le cautele del caso, abbiamo ripercorso quell’antico tratto, da anni inaccessibile a causa di due importanti crolli del paramento murario.
Dal portone d’ingresso, da tempo chiuso, si scende giù fino ad arrivare in via della Buca di Certosa, a pochi passi dalla via Senese. Un tratto affascinante, lastricato, piacevolissimo da percorrere: ma che, appunto, da anni è chiuso.
Del suo ripristino si è interessato Mario Pagni, ex funzionario archeologo e direttore Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, che ci ha illustrato una breve relazione di massima per il riutilizzo dell’ingresso originario al monastero della Certosa del Galluzzo.
“Questo tratto di strada – ci dice – da un esame autoptico presenta un selciato stradale particolarmente interessante dal punto di vista storico-archeologico, composto da basole di dimensioni sempre piĂą grandi man mano che ci si porta piĂą in quota, fino a terminare proprio davanti al vecchio ingresso coperto del monastero stesso”.
“Dopo alcune osservazioni e considerazioni tratte da informazioni momentaneamente parziali – prosegue – abbiamo ipotizzato la possibilitĂ che il tratto stradale in questione ricalcasse un’antica viabilitĂ di scavalco del Monte Acuto, sede primaria del convento, in direzione della viabilitĂ conosciuta ai fiorentini come la salita delle Gore”.
“Ma che in realtĂ – puntualizza – è la vecchia via Volterrana utilizzata fin dall’epoca prima etrusca, e poi romana e medievale; prima tappa a conferma di ciò la bella Pieve di Sant’Angelo a Giogoli”.
Sono passati tanti anni dalla chiusura di quest’antico accesso, e sono in molti a chiedersi perché (vista la sua importanza) non sia stato ripristinato.
“Il vecchio ingresso è attualmente ridotto in pessime condizioni – specifica Pagni – e con due puntellature lungo il muro perimetrale destro, salendo verso il grande complesso monastico. Presenta anche un vistoso crollo del paramento murario originale in prossimitĂ dei terrazzamenti, da sempre adibiti a vivai officinali, al di sotto del nuovo accesso carrabile e del piazzale per la sosta delle auto”.
“A questo punto – conclude – sarebbe importante l’intervento delle competenti autoritĂ in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico-architettonico in questione. Per l’interessante e bellissimo percorso: dal punto di vista dell’alto valore mistico-religioso”.
Ci auguriamo che chi di dovere legga questo appello, affinchĂ© quanto prima si possa recuperare questo pezzo di storia.Â
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