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martedì 13 Maggio 2025
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    Angelo Biggioggero: la filosofia nella cucina di 222 La Route, all’Arci di Chiocchio

    Lombardo di nascita, toscano d'adozione. Così ha impostato il "bar con fornello" lungo la Chiantigiana

    CHIOCCHIO (GREVE IN CHIANTI) – Lombardo di nascita ma toscano di adozione, Angelo Biggioggero è oggi la guida, sia dal punto di vista pratico che "filosofico", della cucina di 222 La Route, ovvero il “bar con fornello” del circolo Arci di Chiocchio.

     

    Lo incontriamo perché incuriositi da quello che è lo slogan del locale, il "pay off" si direbbe in pubblicità: “Bello, Buono, Ben fatto”.

     

    "Sono stato in cucina fin da quando ero bambino – inizia Angelo – Ho vissuto i rapporti familiari in cucina, con mia mamma. Sono di Melegnano, alle porte di Milano: mia madre era una bravissima cuoca e mio zio un gourmet che mi ha fatto assaporare una cucina buona e ben fatta".

     

     

    "Volevo fare il cuoco nella vita – sorride – ma ho fatto tutt’altro, anche se sempre nel ramo dell'alimentazione. Ma non in cucina".

     

    Una vita lavorativa che nasce… da una scommessa con il padre: "Ho fatto il liceo scientifico, due o tre esperienze estive, andai a imparare in una trattoria a Modena. Dopo la maturità volevo partire per la Francia per cucinare, ma mio padre mi disse “… prima studia”. Facemmo una scommessa, se avessi preso più di 52 sarei andato a fare il cuoco, se avessi preso meno sarei andato all’università. Presi 50 e andai a fare Scienze e Tecnologie Alimentari".

     

    "E lo studio – ammette – mi ha aiutato tantissimo. Molte cose che impari in cucina per esperienza o emulazione, se sai “il perché” accadono è diverso. Perché sono arrivato all'Impruneta? Per amore. Mi sono innamorato di una ragazza fiorentina e sono venuto qua a vivere. Ho lavorato (e lavoro ancora come consulente) nei salumifici, caseifici, pastifici".

     

    Fra i tre che hanno intrapreso la sfida di 222 La Route (insieme a lui ci sono gli amici Norberto e Paolo) Angelo è, parole sue, "quello che qua dentro ci passa più tempo. Seguendo direttamente gli aspetti enogastronomici e la formazione del personale, che è fondamentale. Devi appassionarli a quello che fanno, anche in una semplice schiacciata".

     

     

    C'è un progetto imprenditoriale. Ma anche, passateci il termine, filosofico: "Da noi – rivendica Angelo – sono importanti le relazioni oltre che l’immagine, conta la sostanza più che la forma. Al 222 ognuno si sente accolto: sia chi viene a prendere un caffè o a mangiare, sia chi ci lavora".

     

    "Abbiamo tre regole – si dice – Semplicità, freschezza (facciamo le cose al momento, no pasta precotta ad esempio), varietà. Proposte diverse, alcune cose che piacciono le teniamo, seguendo i gusti e le esigenze dei clienti. Il gusto per noi è fondamentale: è quello il nostro punto di riferimento".

     

    Anche nella scelta dei fornitori. Angelo ce ne racconta qualcuno: “Prendiamo la pasta fresca dal pastificio familiare La Fiorita, le arance raccolte dai ragazzi volontari dell’Operazione Mato Grosso, le confetture e le marmellate da “Alice cooperativa sociale”. Il vino da Claudia del “Podere le Volute BIO” e promuoviamo il progetto “Donne della Vita”, vino sostenibile e solidale. Per frutta e verdura siamo in contatto con “Ortolani Coraggiosi” nel Mugello, progetto di inserimento con persone speciali… . Cercheremo di diventarne anche punto vendita".

     

     

    Tutti i giorni feriali si pranza a 10 euro (e tutti giorni con un menu diverso). Aperti a cena il sabato (gli altri giorni a cena su prenotazione) o per gli eventi organizzati direttamente da 222 La Route. Sabato e domenica a pranzo, menù alla carta.

     

    "Ci piacerebbe che tutti gli spazi fossero utilizzati e condivisi – conclude Angelo – che i giovani lo animassero, sia come frequentatori che come lavoratori. Lavoriamo tutti insieme perché il 222 La Route sia, ogni giorno, un luogo di accoglienza e incontro". 

    di REDAZIONE

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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