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sabato 5 Luglio 2025
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    Raccontiamo la storia di queste due ragazze che hanno rilevato la bottega da Enrico Ermini: il racconto

    LUCOLENA (GREVE IN CHIANTI) – È soprattutto per amore di Lucolena che nasce questa storia. A scriverla, due giovani donne che hanno deciso di diventare imprenditrici e rilevare la storica bottega di generi alimentari del paese.

     

    Una, Elisa Brezzi, vive nella piccola frazione del comune di Greve (circa trecento abitanti) da quando è nata; l'altra, Giulia Nesi, è originaria di Cerbaia e si è trasferita qui nel 2008, per mettere su famiglia assieme al fidanzato, lucolenese da generazioni.

     

    Tutto comincia nell'estate di due anni fa, quando il proprietario della bottega Enrico Ermini (che ha ereditato il negozio dal padre Mario e lo ha gestito per quasi trent'anni assieme alla moglie Carla)  decide che è venuto il momento di lasciare.

     

    “Sapevo che Enrico voleva passare la mano – racconta Elisa, che ha lavorato a lungo nel settore dell’enogastronomia – e avevo parlato con lui della possibilità di rilevare l'attività”.

     

    Elisa e Giulia si lanciano così nell'impresa, costituendo una società e subentrando nel gennaio del 2015.

     

    “Qualche mese prima – ricorda Giulia, laureata in Scienze forestali – ho iniziato a lavorare in bottega al fianco di Enrico, perché non avevo nessuna esperienza e volevo imparare il più possibile”. 

     

    E’ il passaggio del testimone, che consente di proseguire una storia lunga oltre un secolo. E non è un modo di dire.

     

    Una storia iniziata negli anni '10 del Novecento proprio grazie ad una donna, Vittoria Ermini, che dà vita al locale e lo fa diventare un punto di riferimento per il paese.

     

    Fuori l'insegna recita: “Trattoria dei cacciatori a tempo perso con pane e vino e generi diverso”.

     

    Nel 1935 la proprietà passa a Mario Ermini, che nonostante porti lo stesso cognome non è parente di Vittoria.

     

    Enrico nasce nel 1946 e la bottega è la sua casa. La gestisce fin da giovanissimo assieme al padre, che gli lascia tutto all'inizio degli anni '90 (Mario muore nel '92).

     

    Negli anni '30 nel locale si fa ristorazione e successivamente anche il pane. C'è la mescita, si gioca a carte e si fuma tanto. Negli anni ’50 viene messa qui la prima tv per vedere “Lascia o raddoppia”, “Rischiatutto” e i programmi più in voga dell'epoca.

     

    A ricordarlo è proprio Enrico Ermini: “Quando arrivò il primo apparecchio televisivo fu piazzato dapprima alla casa del popolo, dove non funzionava, e poi al circolo della chiesa, ma anche lì non si riusciva a vedere. Fu portato così nella nostra bottega, dove prese a funzionare alla perfezione. Da allora vi rimase stabilmente”.

     

    Elisa e Giulia sono arrivate in punta di piedi, con il massimo rispetto per la tradizione di questo luogo.

     

    Dentro il negozio, adornato di prodotti artigianali che i lucolenesi hanno donato alle ragazze, è rimasto tutto com’era.

     

    E la gente le ha ripagate con affetto e simpatia. “Non era scontato – dice Elisa – a volte nei paesi, soprattutto in quelli piccoli, c’è un po’ di resistenza al cambiamento”.

     

    Osservare i clienti che entrano ed escono dalla bottega conferma quanto le due ragazze siano ben volute. Qualcuno scherzando le chiama “le enrichette”, dato che quella è sempre stata la bottega di Enrico.

     

    Che oggi guarda Elisa e Giulia con tenerezza, ma anche convinto di avere lasciato a due persone serie ed affidabili.

     

    L'attività è ancora nella fase di rodaggio ma le cose stanno andando bene, soprattutto nel periodo estivo e con l'apertura pomeridiana della domenica.

     

    La bottega assorbe la maggior parte della giornata alle ragazze, che vogliono continuare a ritagliarsi del tempo da dedicare alla famiglia e ai figli ancora piccoli.

     

    Ma le idee per il futuro prossimo sono chiare: nessuna intenzione di trasformare il negozio in un piccolo ristorante o di seguire una tendenza che in questi lustri ha visto trasfigurare tante botteghe storiche.

     

    “Vogliamo – dicono all'unisono – che questo posto resti la bottega dei lucolenesi, che dà loro anche dei servizi come il giornale o la tabaccheria. Ma vogliamo diventare anche un luogo dove si fanno buone merende, dando alla gente un motivo valido per venire qui. Puntando sulla qualità di prodotti che magari non si troveranno da altre parti”.

    di Matteo Morandini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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