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giovedì 25 Aprile 2024
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    Paolo Baldini (Viticoltori Montefioralle): “Abbiamo approfittato del momento per guardare al futuro”

    "Il rapporto con i clienti all’estero non si è indebolito affatto, anzi si è rafforzato, e siamo sicuri che una volta che le restrizioni saranno allentate torneranno a trovarci sul territorio"

    MONTEFIORALLE (GREVE IN CHIANTI) – Prosegue il nostro giro fra gli agricoltori del Chianti Classico, per capire da vicino difficoltà, prospettive, progetti, in un momento storico mai visto anche fra le vigne chiantigiane.

    Sono in particolare le associazioni di produttori nate nei vari territori a fare da punto di riferimento, in una fase che sempre di più vede la necessità di unirsi per resistere e rilanciare.

    Ed eccoci allora a Montefioralle, dove ormai da anni l’Associazione Viticoltori Montefioralle hanno creato una nicchia coesa e identiaria, all’interno della cornice più ampia della denominazione.

    # Elena Gallo (Classico Berardenga): “Il Coronavirus per il vino? Come una grandinata in pieno giugno”

    # Cosimo Gericke (Unione Viticoltori Panzano): “Ora è il momento di non mollare per la paura”

    # Roberto Bianchi (Vignaioli di Radda): “Siamo preoccupati. E’ come se ci avessero spedito sulla Luna”

    Montefioralle Divino: dovrebbe tenersi dal 25 al 27 settembre 2020

    E’ il presidente dei “viticoltori del Castello”, Paolo Baldini (azienda agricola Altiero), a fare il punto della situazione con Il Gazzettino del Chianti.

    Come è stato e come è il Coronavirus visto dalle vigne e dalle cantine di Montefioralle?

    “Ovviamente la crisi che ne è derivata è stata distruttiva, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e ne è stato abbondantemente già discusso. Diciamo che a Montefioralle abbiamo cercato di approfittare del momento per fare il punto come associazione e confrontarci meglio tra di noi. Abbiamo utilizzato il tempo a disposizione per portare avanti un progetto di analisi e campionamento dei suoli in partnership con il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura), relativo a un Gruppo Operativo di cui facciamo parte. Vogliamo essere positivi per il futuro”.

    Si può dire che tutto quello che prima era forza (export, vendita diretta in azienda) all’improvviso è diventata una debolezza?

    “Non parlerei affatto di debolezza anzi. Le relazioni costruite in questi anni con i clienti all’estero, parlo anche dei privati acquisiti in vendita diretta, ci hanno permesso di continuare a vendere un poco anche in questo periodo attraverso i canali e-commerce delle varie aziende. Il rapporto con i clienti all’estero non si è indebolito affatto, anzi si è rafforzato, e siamo sicuri che una volta che le restrizioni saranno allentate torneranno a trovarci sul territorio”.

    Come vi state muovendo, come imprese e come associazione?

    “Siamo stati i primi come associazione a proporre la vendita online di una scatola di vino con una bottiglia di Chianti Classico per ogni azienda “alla scoperta di Montefioralle”. Ne abbiamo vendute più di 100 e siamo contenti che l’idea sia piaciuta e riproposta anche da altre associazioni di viticoltori del Chianti Classico. Siamo rimasti piacevolmente stupiti dall’entusiasmo del pubblico che ha reagito prontamente a questa iniziativa dimostrando come l’interesse tra la viticoltura e il terroir sia un elemento di forza per il consumo di vino consapevole”.

    L’Asssociazione Viticoltori Montefioralle riunisce le aziende che producono vino nei terreni intorno al “Castello”

    Quali le necessità più impellenti per le quali vi servirebbero risposte?

    “Potrebbe essere utile in questo momento una sinergia tra Comune, Regione e Consorzio del Chianti Classico in primis, per invogliare i nostri connazionali delle altre regioni, ma non solo, a venire a visitare le nostre cantine, le nostre terre ed assaporare un’esperienza enogastronomica indimenticabile”

    Come vi vedete da qui a fine 2020?

    “Ovviamente speriamo di poter organizzare il nostro consueto festival, Montefioralle Divino, dal 25 al 27 settembre, anche se è ancora presto per poterlo confermare noi ci stiamo lavorando. Nel frattempo continueremo a lavorare, come sempre al meglio delle nostre possibilità per fare un grande vino per l’annata 2020. Approfitteremo della mancanza di afflusso turistico per immergerci a tempo pieno in quello che è il cuore del nostro lavoro: il contatto con la terra e le nostri viti”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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