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martedì 10 Dicembre 2024
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    Elena Gallo (Classico Berardenga): “Il Coronavirus per il vino? Come una grandinata in pieno giugno”

    Intervista alla presidente dei Viticoltori di Castelnuovo: "Mancate vendite, costipazione delle cantine, speculazioni sul vino e patrimonio immobiliare..."

    CASTELNUOVO BERARDENGA – Prosegue il giro del Gazzettino del Chianti fra le varie associazioni territoriali di produttori di vino nel Chianti Classico: dopo Radda e Panzano in Chianti, tocca a Castelnuovo Berardenga.

    E la chiacchierata con Elena Gallo, della Fattoria di Corsignano, presidente dell’associazione Classico Berardenga – Viticoltori di Castelnuovo, ci racconta (anche qui) una situazione da allarme rosso.

    # Cosimo Gericke (Unione Viticoltori Panzano): “Ora è il momento di non mollare per la paura”

    # Roberto Bianchi (Vignaioli di Radda): “Siamo preoccupati. E’ come se ci avessero spedito sulla Luna”

    Elena, come racconterebbe i mesi vissuti da fine febbraio ad oggi?

    “E’ stato come una grandinata nel mese di giugno, qualcosa di improvviso, ma con l’aggravante dell’incognita. Del dopo grandinata conosci la tempistica, sai che dopo un anno la recuperi. Qui non si sa! Non ci resta che continuare a lavorare, anche perché la campagna e le vigne non si fermano, e attendere”.

    Qual è stato l’impatto della pandemia nel vostro settore?

    “L’impatto è stato importante dal punto di vista commerciale, in quanto molte aziende associate non vendono in grande distribuzione ma si basano sulla vendita diretta in cantina e sull’enoturismo, oltre che sul canale horeca (ristorazione, n.d.r.) che si è completamente bloccato per tre mesi. Si sono cercati canali alternativi ma sono state solo micro ossigenazioni. L’unica nota positiva sono i vigneti che imperturbabili esprimono la loro vigoria”.

    Vino e turismo, quanto sono legati e quando determinanti per il vostro territorio.

    “Un legame incalcolabile, stretto, inscindibile. Tutto quello che era reputato forte e indissolubile, l’enoturismo, ora manifesta difficoltà oggettive di ripartenza. Tutto ciò che rappresentava un’esperienza di condivisione, conviviale ed emozionale per ora è solo virtuale. Tutte le aziende sul territorio soffrono e soffriranno della mancanza dei turisti stranieri da cui dipendeva l’80% delle presenze sul territorio. Attendiamo dei timidi segnali di ripresa con il turismo italiano durante i mesi di luglio e agosto, ma a oggi sono solo previsioni su carta (e speranze!)”.

    Come produttori della Berardenga vi siete tenuti in contatto? Pensate a strategie comuni?

    “Sì abbiamo elaborato e realizzato delle strategie comuni volte innanzitutto alla solidarietà verso il nostro territorio, con una donazione dell’associazione al Comune in favore di chi si trova in stato di difficoltà. Abbiamo cercato di sostenere i nostri ristoratori dando loro voce sui nostri social e proprio dai social stiamo comunicando che il territorio è vivo e che le aziende lavorano e hanno bisogno di essere sostenute in questo momento così difficile. Abbiamo parlato anche di nuovi progetti insieme: stiamo realizzando una mappa interattiva, uno strumento messo praticamente a punto e che a breve sarà caricato sul sito, uno strumento che il turista potrà utilizzare per pianificare la propria esperienza sul territorio, ma che potrà consultare virtualmente anche nelle prossime settimane da lontano aspettando di tornare a trovarci”.

    Quali le problematiche principali da risolvere…domani mattina?

    “Mancate vendite, costipazione delle cantine, speculazioni sul vino e patrimonio immobiliare, visioni imprenditoriali innovative in un contesto da reinterpretare. E poi la riapertura di tutte le strutture ricettive e la comunicazione efficace che il territorio sta cercando di tornare pian piano alla normalità ed è pronto ad accogliere i visitatori”.

    Quali obiettivi vi prefissate, realisticamente, per il 2020?

    “Resilienza: la capacità di riorganizzare positivamente la nostra attività  produttiva dinanzi a queste difficoltà. Resistere! Attuare le strategie possibili per far rimanere stabili i prezzi del prodotto. Puntare sulla comunicazione per continuare a dar voce al territorio e alla denominazione, per farci trovare pronti ed in luce quando tutto, si spera quanto prima, sarà solo un brutto ricordo. Fare da spalla al nostro vicino affinché non ci si senta soli: parola d’ordine sostenerci!”.

    Insomma, si guarda avanti con coraggio.

    “Certo, Abbiamo progetti che avevamo in ponte ieri ma sono anche i progetti di oggi e di domani: l’Enoteca del territorio, i Cru di Terra Vocata, la carta dei vini Classico Berardenga…”.

    Se volete approfondire i progetti dei produttori di Classico Berardenga, li trovate a questo link.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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