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venerdì 19 Aprile 2024
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    Riccardo “Reynor” Romiti: a 18 anni, dalla sua camera a Greve in Chianti, ha conquistato il mondo

    Ormai è una star internazionale di Starcraft II: il 28 febbraio ha vinto l’Intel Extreme Masters, il principale circuito internazionale di Starcraft. In pratica il suo... Mondiale

    GREVE IN CHIANTI – “Reynor”, un nick name che parte con un ragazzino di 10 anni che inizia a giocare su internet e diventa icona internazionale nel mondo degli eSport.

    Riccardo Romiti, grevigiano, nel mondo di StarCraft II conosciuto come “Reynor”, è un ragazzo appena maggiorenne. Che dalla sua camera a Greve in Chianti ha conquistato il mondo dei video giochi.

    Dall’età di 11 anni partecipa a tornei internazionali e conquista di titoli su titoli. La prima grande dimostrazione di forza arriva quando, a 14 anni, ottiene un fantastico “Top 8” al Dreamhack di Valencia, un circuito destinato a ragazzi dai 16 anni in poi.

    Infatti gli vengono tolti dei punti, viene modificato il regolamento, e per due anni non può più prendere parte.

    Raggiunti i 16 anni rientra nel circuito, e la sua è una marcia inesorabile, vittoria su vittoria. Piazzamenti strepitosi in grandissimi tornei, lo portano prima ad entrare nel mondo del gaming professionistico, con premi in denaro da capogiro, sponsor e fan da tutto il mondo.

    Fino ad entrare nel Team Qlash, avere come sponsor la Red Bull. E, il 28 febbraio scorso, a vincere la finale dell’Intel Extreme Masters, il principale circuito internazionale di Starcraft II che dal 2020 ne rappresenta ufficialmente il mondiale.

    Una vittoria che spodesta il dominio coreano che persisteva dalla nascita di questa competizione, ben 11 anni fa. Una vittoria riconosciuta dal tutto il mondo come un capitolo importantissimo nella storia del gaming competitivo.

    “Ho iniziato come tutti i ragazzi divertendomi in compagnia di mio padre – comincia così la nostra chiacchierata con “Reynor” – poi Starcraft mi ha conquistato, con le sue strategie e la possibilità di interagire con il mondo tramite internet”.

    “Ho iniziato a partecipare a dei tornei on line – prosegue – fino ad arrivare ad oggi. Faccio parte del Team Qlash, una squadra italiana che mi aiuta tantissimo. E’ diventato un vero lavoro, mi alleno circa due ore al giorno e, in periodi normali, sono sempre a giro per il mondo per partecipare ai vari tornei”.

    “Riesco anche a gestire il resto della vita – tiene a dire Riccardo – frequento una scuola on line, andavo al “Gobetti Volta” a Bagno a Ripoli, ma mentre per gli atleti professionisti esistono delle deroghe alla presenza in classe per partecipare a gare e tornei, gli eSport non sono riconosciuti. E non mi è stata data questa possibilità”.

    “Però mi trovo bene – ci racconta ancora – posso contattare i professori quando ho bisogno e al termine di ogni argomento devo fare un test di verifica. Questa flessibilità mi aiuta a seguire le lezioni a qualunque orario e da qualunque parte del mondo”.

    “In molti – dice Riccardo – sostengono che i giochi fanno solo male e sono una perdita di tempo. Io credo invece che alcuni giochi, e StarCraft è uno di questi, aiutino molto ad allenare la mente. E portino vantaggi in qualunque cosa si voglia fare. Con la scuola, per esempio, mi hanno aiutato molto, sviluppano la logica e la memoria”.

    “Quest’anno abbiamo giocato la finale dell’Intel Extreme Masters da casa – conclude Riccardo – generalmente viene giocata in Polonia in un palazzetto che ospita fino a 15.000 persone. Il mondo degli eSport è una realtà ancora in forte crescita, soprattutto in Europa: ci sono tanti giocatori forti. Io sono riuscito a dimostrare che possiamo tener testa ai più forti di sempre”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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