GREVE IN CHIANTI – Prosegue (con nostro grande piacere, e nel caso abbiate qualcosa da dire vi invitiamo a contattarci alla mail redazione@gazzettinodelchianti.it) il dibattito sul futuro del nostro territorio sulle pagine del Gazzettino del Chianti.
Un momento di difficoltà globale-locale come questo sta stimolando chi ha avuto, ad esempio, ruoli pubblici in passato, a dare il suo contributo di idee.
Lo ha fatto nei giorni scorsi l’ex sindaco di Greve in Chianti Paolo Saturnini, lo fa oggi Tiziano Allodoli.
Anche lui grevigiano, è stato a lungo assessore proprio nel comune di Greve in Chianti (per 15 anni). Ecco il suo intervento.
Questi mesi hanno messo alla prova tutti noi e pur senza scomodare, come ha fatto qualcuno, tragedie indicibili come l’ultima guerra, bisogna ammettere che abbiamo dovuto sopportare uno sconquasso sanitario, affettivo, economico che mai avremmo immaginato!
Siamo stati chiusi in casa, in tanti hanno perso il lavoro, non abbiamo visto per settimane i nostri cari, abbiamo temuto per la nostra salute!
Oggi però dobbiamo ripartire ma per farlo non basta l’ottimismo. E non possiamo farlo da soli.
I problemi che continuiamo solo a elencare, in gran parte c’erano anche prima perciò il primo cambiamento deve venire dall’alto: la concretezza della politica, l’efficienza dell’amministrazione pubblica, la lotta all’evasione fiscale, la pubblica istruzione, la giustizia… sono temi sui quali non possiamo continuare a tenere in piedi un teatrino di parole, di dichiarazioni sterili, di siparietti televisivi. L’epidemia ci ha messo alle strette! Se non mettiamo subito mano a queste questioni il declino sarà doloroso e inevitabile.
Detto questo… noi che possiamo fare ? Io parlo per quello che leggo, che ascolto, che vedo e per quello che ho imparato nei 15 anni in cui ho fatto parte della giunta comunale di Greve.
Dato per scontato quello che a livello generale deve fare il Parlamento, a livello locale, per il nostro territorio ritengo siano 5 i punti che mi sento di evidenziare. Concordo con quanto detto da Dario Cecchini e da Paolo Saturnini, e a questo aggiungerei.
La necessità da parte dell’ente locale di ricominciare a investire, negli ultimi 10 anni si è lavorato molto sulle manutenzioni.
Ora occorre un nuovo piano di interventi sulle nostre frazioni per renderle più attraenti, più vivibili, adeguate ai nuovi bisogni dei cittadini e dei visitatori.
E poi occorre un equilibrato aumento dei residenti. Ha ragione Cecchini non mancano solo i turisti… .
Negli anni passati si è confuso il consumo del suolo con l’aumento degli abitanti. E’ stato un errore che il Comune di Greve ha pagato caro.
I centri abitati sono dal 2003 delimitati e normati dal Piano Strutturale. Il Paesaggio e il territorio aperto sono ampiamente protetti dai Piani Comunali e Regionali.
Ma all’interno dei perimetri urbanizzati si deve poter edificare, demolire e ricostruire, applicare nuove soluzioni, sperimentare nuova tecniche abitative!
Le funzioni negli spazi abitativi sono mutate, dopo il virus l’urbanistica e l’edilizia dovranno adeguarsi ai nuovi stili di vita.
Il Comune di Greve, uno dei più grandi della Toscana deve poter ambire a un moderato aumento di popolazione… da cent’anni siamo sempre gli stessi.
Le Frazioni che non si sviluppano pian piano muoiono… si perdono i servizi, i trasporti , il commercio soffre, gli artigiani non hanno lavoro, le banche trasferiscono le sedi, le scuole si svuotano, si perdono gli uffici postali.
Il turismo sul quale non ho certo nulla da insegnare ai nostri operatori, deve poter contare su una rete di collegamenti social che spesso non funziona, che va adeguata e innovata.
Fibra ottica e ADSL spesso sono solo sigle, la scarsa efficienza di questi collegamenti rende difficile lavorare, essere collegati, in troppi posti i cellulari non hanno linea.
Poi vanno pensate nuove infrastrutture e nuovi servizi come un piccolo camping per cicloturisti o per motociclisti, una struttura per una notte, di basso impatto, con posti limitati con prezzi contenuti.
E quindi una viabilità ciclabile sul fondovalle che colleghi Greve e il Chianti con Firenze. Un progetto che potrebbe essere affidato all’Università di Firenze e che potrebbe prevedere attività di ristoro e infrastrutture come indicavo sopra.
Innovare vuol dire anche esplorare nuove realtà come gli ecovillaggi, laboratori di resilienza e buone pratiche dove trascorrere esperienze che danno risposte a chi è alla ricerca di alternative, di nuovi modi di guardare il mondo e viverlo.
Quindi l’agricoltura: anche qui non posso insegnare nulla alle nostre eccellenze ma è giusto l’appello di Saturnini alla diversificazione delle colture, alla reintroduzione di alberi da frutta, i piccoli allevamenti domestici, far ritornare l’agricoltura a essere non solo un grande affare commerciale ma anche una forma di civiltà legata al vivere quotidiano.
E su questo cogliere e favorire le nuove tendenze in atto tra i giovani che stanno scegliendo l’agricoltura e la campagna come nuovi spazi di vita.
Ma anche qui non solo parole ma terreni a disposizione, formazione sul posto, finanziamenti per attrezzature e macchinari, tecnologie per la gestione, soluzioni abitative.
E sopratutto liberare le nuova attività dall’intossicazione della burocrazie che soffocano ogni nuova iniziativa.
L’Arte e il Paesaggio: Tuscia Electa fu un’esperienza innovativa ma poi ha perduto la sua spinta.
L’Arte contemporanea, oltre a quella romanica o rinascimentale, meravigliosamente legate alla nostra storia, se collocata nel nostro paesaggio o anche nelle nostre frazioni può essere un elemento innovativo oltrechè educativo di grande attrazione.
Penso ad esempio al parcheggio che facemmo a Panzano alto: un formidabile anfiteatro naturale che ha il Chianti come sfondo. Uno scenario già pronto, a costo zero per ospitare installazioni, sculture, mostre.
Arte e Paesaggio un binomio inesauribile. A questo proposito è stata interessante l’iniziativa del Comune di Greve con la Macina di San Cresci su Design e paesaggio tenuta mesi fa, così come l’installazione dell’Artista Chiara Cecconi che verrà inaugurata dopo l’estate nella Piazza delle scuole a San Polo.
Si potrebbe allestire una Carta che indica le opere sparse sul territorio e con gli Studi degli artisti che potrebbero essere visitabili da appassionati, esperti, viaggiatori. Una risorsa in più da offrire ai visitatori. Programmazione, qualità, collaborazione tra tutti i soggetti del Territorio.
Infine una riflessione sui Circoli del nostro territorio: il virus ha acuito una crisi e una decadenza in atto ormai da anni e che coinvolge i Circoli di tutto il territorio tranne rare eccezioni.
Si è continuato a fare le stesse cose per decenni senza tener conto che il mondo che in quei Circoli trovava riferimento non c’è più.
Si è trasferito altrove o si è modificato. Ciò nonostante per l’impegno di tanti “eroici” consiglieri almeno tanti spazi, sale, bar sono giunti fino a noi.
Oggi occorre un progetto per utilizzare quegli spazi che sono a disposizione praticamente in ogni centro abitato.
Il Comune non può gestire spazi pubblici in ogni frazione ma un progetto per riportare nei circoli funzioni, esigenze, soddisfare bisogni che comunque le persone hanno, in particolare i nostri giovani si può fare.
Con progetti, finanziamenti, professionalità adeguate si può utilizzare meglio quegli spazi con e per i nostri giovani e creare un alternativa credibile alle varie Movide: c’è qualcosa di meglio che andar fuori di testa a forza di aperitivi, chiacchiere e amari ghiacciati!
Tiziano Allodoli
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