GREVE IN CHIANTI – Non ci sta Simone Verniani. A sentir dire che si è rifiutato di autenticare le firme per la lista di centrodestra a Greve in Chianti.
Come sostenuto dal candidato sindaco Claudio Gemelli, dal coordinatore provinciale della Lega Alessandro Scipioni, dal coordinatore grevigiano di Forza Italia Marco Raveggi (leggi qui).
Come sembrano lontani i tempi in cui Verniani si sentiva addosso l'onore-onere di rappresentare la Lega a Greve e nel Chianti. Del suo grande attivismo.
Che peraltro aveva portato lo stesso Scipioni a dire che "è Simone Verniani l'uomo giusto per la candidatura a sindaco a Greve in Chianti" (leggi qui).
Poi le settimane che passavano, l'intesa che non si trovava. E la scelta, per mantenere unita la coalizione, del 31enne avvocato di Scandicci (leggi qui). E l'uscita di scena dello stesso Verniani.
Accusato, in seguito, anche di mettere i bastoni fra le ruote alla coalizione di centrodestra. Di sicuro c'è solo che lui ha pensato, una volta digerita (si fa per dire) la delusione, anche di candidarsi "in proprio" (leggi qui). Una strada difficilissima da percorrere, a pochi giorni dalla scadenza per la consegna delle liste.
Di sicuro però Verniani non vuol passare per scorretto. E diffonde il contenuto di un messaggio inviato, fra gli altri, proprio a Scipioni, all'indomani della sua esclusione dalla corsa a sindaco.
"Siccome io ho sempre lavorato per la Lega – scrive Verniani – dando tempo, denaro e il cuore, e chiedendo sempre poco, e sono una persona con un minimo di dignità personale, che vedo che altri non sanno neanche cosa sia, do le dimissioni immediate dal movimento, rimanendo fedele al mandato affidatomi dagli elettori a Greve fino alle nuove elezioni, autentico le firme per la lista del centrodestra in modo da rispettare i miei di impegni, ma allo stesso tempo non garantisco sulla permanenza in lista delle persone che ho portato io".
"Dall'invio di questo messaggio – rimarca – non ho ricevuto una sola, misera, dovuta, e necessaria semplice chiamata al telefono. Per discutere cosa fosse successo e sentire le mie motivazioni".
"Ho quindi dedotto – rimarca – che non ero necessario né benvoluto in tale contesto, ed ho inviato la lettera di dimissioni, corretta e firmata il giorno dopo. A tutt' oggi ho ricevuto solo la telefonata dell'ex segretario comunale di Firenze, Filippo La Grassa".
"Tutti hanno addirittura paura ad alzare la cornetta con me – dice Verniani – e non sono certo io che mi devo nascondere. Le menzogne se le possono tenere!".
"Io ho la coscienza pulita – conclude Verniani – e vado a testa alta. E' un comportamento corretto da parte di un segretario provinciale non alzare nemmeno il telefono per sapere cosa succede?".
di Matteo Pucci
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