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sabato 20 Aprile 2024
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    Impruneta, dopo le deleghe tolte parla anche l’assessore Merenda: “Quello che dispiace è il metodo”

    "In cinque anni unica della giunta a cui non erano state tolte deleghe anzi... ne era stata aggiunta una. Cinque anni meno... tre mesi. Solo perché mi sono espressa liberamente"

    IMPRUNETA – Dopo la nota, letteralmente di fuoco e fiamme, diramata stamani mattina dall’ex vicesindaco di Impruneta Matteo Aramini, tocca all’altro assessore al quale sono state tolte deleghe, Sabrina Merenda, rendere noto il suo pensiero.

    Lo fa con una presa di posizione scritta, diffusa sui suoi canali social, nella quale racconta come ha vissuto questi giorni.

    Che si sono conclusi, dopo aver annunciato (come Aramini) la fuoriuscita dal Pd, con un ridimensionamento del suo ruolo all’interno della giunta comunale imprunetina.

    “Questo è il messaggio di una donna delle istituzioni – inizia la riflessione pubblica di Merenda – Finalmente dopo tre giorni, nessuna convocazione, comunicati stampa vari che leggevo, perfino una trasmissione in tv in cui si parla di ciò, arriva la notifica del decreto del sindaco con il quale mi sostituisce due deleghe. Ovviamente lo accetto perché è una autorità che gli viene conferita, indipendentemente dal motivo. Quello che dispiace è il metodo”.

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    “Nel mio silenzio di questi giorni – afferma – credo di avergli dimostrato di non perdere mai gli obiettivi per cui mi ha conferito degli incarichi. In realtà ho il dovere di concludere passi importanti per la comunità. No signori non visibilità. Io sono stata così da sempre e in modo costante in 5 anni. Ho costruito rapporti goccia a goccia, cuore a cuore. Sto lavorando in lungimiranza sempre”.

    “Mia mamma – riprende Merenda – diceva che il metodo nella vita è tutto e che tiene sempre conto dei valori umani, del rapporto faccia a faccia e di quel guardarsi negli occhi che merita una persona sempre schietta, educata e innamorata di ciò che fa. Invece resto sospesa in un limbo, mentre ciò che mi fa essere salda o concentrata rimane il mio incrollabile amore per la mia comunità”.

    “Sembra strano – riflette – neppure così riesco a mollare di un millimetro e sto dietro ai bandi, gli uffici, mi addentro in una selva di pensieri acuti che a livello amministrativo sono l’anticamera delle soluzioni possibili. Quando una persona amministra deve però possedere altruismo indissolubile. Guardarsi dentro e veder i propri sbagli che nel fare possono presentarsi. Non opero per me stessa”.

    “Sia che me ne vada o resti – puntualizza – nulla è più forte del senso civico. Il fatto che fuori c’è una comunità a cui debbo ciò è un dato di fatto. Sono l’unica della giunta a cui non sono mai state cambiate le deleghe in cinque anni di impegno costante, con addirittura una delega in più. A dimostrazione del rapporto fiduciario esistito nei miei confronti in cinque anni meno… tre mesi. A dimostrazione che il principio massimo è sempre la produttività di un ente”.

    “Il fatto che è stato per me così fino ad adesso – aggiunge – mi permette di esserne felice e non perché abbia avuto dei regali, ma perché con tutto il mio cuore e la mia testa ho fatto delle mie deleghe non una missione , ma la missione, la temperanza. Quando si lavora tanto così si è sereni dentro, specie a tre mesi dalla fine di un mandato in cui decidi con l’articolo 21 della Costituzione di esprimerti liberamente, senza ledere nessuno, in piena democrazia”.

    “Il mondo – sono ancora parole di Merenda – è pieno di giochi competitivi che impariamo da subito. Però ciò che conta è sempre il metodo. La competizione ha bisogno di un dialogo rispettoso, in cui il valore del rispetto resti integro. In cui non si allarghi la distanza, ma diventi il margine su cui operare sempre”.

    “Ora – tiene a dire – mi preme solo rassicurare le tante persone che in questi giorni mi hanno scritto leggendo di tutto. Le ringrazio veramente. Sabrina dove sei? Sono a svolgere il mio dovere. Punto. Mi restano queste deleghe: biblioteca; Impruneta città che legge; politiche giovanili; memoria (data adesso); programmazione formativa; programmazione educativa; servizi demografici (data ora). Non ho l’edilizia scolastica, ma non l’ho mai avuta. Mi viene tolta la formazione sportiva per cui nei prossimi giorni rilascio un sunto del mio operato. Mi viene sostituta con i servizi demografici: ho solo due mesi e mezzo operativi ma già da domani mi metterò a imparare perché qualsiasi cosa mi venga data io ho il dovere di trattarla come un bene unico e per la comunità. Sono fatta così”.

    “Mi viene tolta la comunicazione dell’ente  – sottolinea – per cui ho terminato il mio lavoro con la creazione di un piano della comunicazione che non esisteva. Sulla rete: sito, pagina Facebook, canale biblioteca e simili, tematiche trasversali da trattare e informare. Resto concentrata sulla parola istruzione, una parola per cui ci sono voluti secoli di storia, lotte, ribelli gentili, per ottenere la facoltà di parlarne e guidarla. Dopo una pandemia mondiale tutto il mondo ne ha intuito il suo valore trasversale come contenitore produttivo di una comunità e dei suoi valori formativi e culturali. Resto verace nel mio cuore culturale. Salda nei bandi che sto portando avanti per i giovani. Ne ho vinti di bandi in ogni settore, diminuendo il carico del Bilancio e producendo possibili soluzioni e opportunità”.

    “Ringrazio l’unico responsabile tecnico che perdo – conclude – Gianluca Bertini. Sono stati 5 anni belli e difficili ma con un rapporto onesto e leale e non mancherò dal raccontare cosa abbiamo fatto e salutare chi di dovere ha fatto parte della nostra immensa rete. Questo il metodo per cui mia mamma, a distanza di una settimana dal mio compleanno, mi direbbe di far sì che resti il solo modo di caratterizzarmi. Vi aggiornerò sempre e chiunque vorrà potrà contattarmi”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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