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sabato 20 Aprile 2024
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    Impruneta ricorda la Shoah con una mostra di Romano Morando: nei Loggiati del Pellegrino

    Verrà inaugurata sabato 14 gennaio alle ore 17 e sarà curata dal professor Giampaolo Trotta, storico e critico d'arte

    IMPRUNETA – Impruneta ricorda la Shoah con una mostra di Romano Morando, una esposizione presso i Loggiati del Pellegrino (che ospitano anche opere di Ignazio Fresu e Giulia Marcucci).

    Impruneta si prepara a ricordare la Shoah con una serie di eventi dedicati, tra cui la mostra di pittura del Maestro Romano Morando ospitata ai Loggiati del Pellegrino, dopo la conclusione dell’esposizione di sculture del Maestro Paolo Staccioli.

    Verrà inaugurata sabato 14 gennaio alle ore 17 e sarà curata dal professor Giampaolo Trotta, storico e critico d’arte. Sul tema saranno presenti anche opere del Maestro Ignazio Fresu e dell’artista Giulia Marcucci.

    Artista fiorentino, Morando ha dedicato gran parte della sua vita allo studio della storia contemporanea ed in particolar modo della persecuzione ebraica, sulla quale viene considerato uno tra i maggiori esperti. 

    “L’inizio del ciclo di esposizioni presso il nuovo Loggiato è stato a dir poco ottimo – dichiara il vicesindaco Matteo Aramini – Era un dovere verso Impruneta e la comunità continuare con un livello di qualità alta. Ospitare il Maestro Romano Morando è per me un onore, ancor più profondo se il tema in oggetto è la memoria di quanto di terribile accaduto non troppi anni fa”. 

    “Le opere di Romano Morando sono estremamente pregne di significati – sostiene il curatore, il professor Trotta – Pittore che in varie sue opere persegue un informale lirico ed un forte espressionismo astratto, in altre tramuta la sua gestualità segnica in una figurazione “allucinata”, vibrante, emotivamente ispirata, nella quale le deformazioni anamorfiche di un realismo di ascendenza quasi “anatomica” secentesca si plasmano entro reminiscenze munchiane decisamente espressioniste e surreali”.

    “Così avviene nella serie qui esposta – anticipa – con figure che si contorcono e si “liquefanno” serpentine in un pathos crudo, solido e contemporaneamente poetico e profetico, dilavate dal trascorrere del tempo ma vive tramite la memoria”. 

    Ad impreziosire la collezione di dipinti, due installazioni dell’artista sardo Maestro Ignazio Fresu, noto per l’uso di materiali che lui stesso definisce vulnerabili e per il suo linguaggio che spinge gli stessi quasi alla smaterializzazione come processo da intendere sia come evoluzione, sia come regressione, e due quadri dell’artista Giulia Marcucci. 

    “Giulia Marcucci – continua il curatore – ci attira nel “respingente” e “macabro” di un incubo reale sul quale riflettere, dove la frammentarietà dell’accurato disegno rimanda ad esperienze americane talora vicine a Basquiat e a Paul Costabi e all’Art Brut di Dubuffet e di ascendenza teorica bretoniana”.

    “Ignazio Fresu – dice ancora – con le sue raffinate istallazioni “petrigne”, ingessate e bloccate nel tempo e nello spazio, cui è sempre sotteso una profonda cultura ed un citazionismo esistenziale-filosofico mai accademici, fortemente concettuali, dominate dall’idea dell’assenza pregnante come realtà fattuale, quell’assenza per dissolvenza negli scuri “fumi” dei crematori di Auschwitz che si fa ingombrante “presenza” nelle coscienze”.

     “Due mostre – conclude il vicesindaco Aramini – le prime due realizzate, che hanno posizionato e posizionano Impruneta al centro dell’attenzione del mondo culturale dell’area metropolitana e non solo. Desidero ringraziare l’Associazione Art Art con la quale abbiamo condiviso il percorso non semplice di organizzazione dei due eventi e tutti gli sponsor che hanno contribuito affinché questa idea potesse divenire realtà”. 

    Approfondimenti sull’evento: qui.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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