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giovedì 25 Aprile 2024
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    Sabato 22 giugno si parla dell’affinamento dei vini dentro le giare di cotto

    IMPRUNETA – Un binomio che racconta una storia diversa che nasce da lontano e una scelta stilistica unica: vino e  terracotta, due elementi che insieme ripropongono una delle più antiche tecniche di conservazione del vino nella storia dell’uomo.

     

    Una scelta che è stata fatta propria dalla fornace Artenova di Leonardo Parisi a Impruneta la quale per approfondire il possibile rapporto tra la terracotta di Impruneta e il vino – unica azienda produttrice di terrecotte in Italia a farlo – da qualche anno mette in produzione contenitori altamente professionali realizzati interamente a mano con la tecnica detta “a lucignolo” (clicca qui per leggere l'articolo su un'azienda chiantigiana, "L'Orcio" di Panzano in Chianti, che utiizza questo metodo).

     

    Per presentare agli esperti del settore questo straordinario binomio che ha già molti vini sul mercato, in Italia e all’estero, sabato 22 giugno “Artenova” organizza all’interno della fornace, nei locali ricchi di storia e di lavoro a Impruneta, la giornata-evento dal titolo “La Terracotta e il vino”.

     

    Si tratta di una degustazione guidata di vini affinati in giare di terracotta, contenitori artigianali finalizzati a una lavorazione professionale delle uve grazie anche alla consulenza di esperti.  Tra produttori di vino e giornalisti di settore, sabato 22 in fornace ci saranno persone qualificate, provenienti dalla Toscana come da altre regioni e da fuori i confini nazionali.

     

    La giornata vuole essere un momento di scambio di esperienze e di opinioni per chi crede che tra la tradizione vitinicola e quella della terracotta di Impruneta possa esserci un legame profondo.

     

    I due momenti clou della giornata saranno la mattina e il primo pomeriggio. La mattina si terrà la degustazione guidata su invito coordinata da Francesco Bartoletti, l’enologo consulente nonché componente dal ’98  del  Gruppo Matura  che ha seguito anche la fase sperimentale di vinificazione nelle giare e la realizzazione del progetto “La Terracotta e il vino”di “Artenova”.

     

    I vini da degustare saranno in tutto nove, tre bianchi e sei rossi. Ciascun produttore spiegherà il suo vino, illustrandone le caratteristiche e guidando la degustazione. Tutto ciò mentre all’interno della fornace si darà la possibilità agli invitati di seguire le fasi salienti della lavorazione di una giara in terracotta.

     

    A conclusione della degustazione Luigi Armanino, neolaureato, esporrà in sintesi la sua tesi sulla vinificazione comparativa dell’affinamento del  Barbera d’Asti in botti di legno e in terracotta. Chiuderà la mattinata il pranzo in fornace con tutti gli invitati alla degustazione.

     

    “Faremo un confronto tra vini provenienti da uve diverse ma tutti lavorati e affinati nella terracotta e poi imbottigliati. Stiamo parlando infatti – spiega l’enologo  Francesco Bartoletti – di vini già presenti sul mercato. Non ci saranno affinamenti misti, assaggeremo, cioè, prodotti esclusivamente elaborati in giare di terracotta”.

     

    L’evento proseguirà nel primo pomeriggio con un’altra specialità, la birra etrusca dell’azienda abruzzese “Birra del Borgo”. Alla degustazione dei vini con il bancone d’assaggio, si accompagnerà la degustazione di questa speciale birra fermentata in giare di terracotta che ripropone, sotto la guida esperta di un archeologo molecolare, il metodo di fare birra utilizzato 3.000 anni fa.

     

    “Attraverso questa giornata – sottolinea Bartoletti – racconteremo una storia in più. La terracotta ha una straordinaria capacità di isolamento termico.  Il rivestimento interno della giara con un prodotto naturale come la cera d’api consente l’isolamento del vino dal contatto con la terra e una buona ossigenazione. Ma ci sono altre scelte che possono variare il modo in cui si comporta la giara legate, per esempio, all’assenza di un rivestimento interno come nel caso del vino a contatto diretto con la terra che permette un’ossigenazione naturale maggiore. Fra l’altro la terracotta di Impruneta, grazie alle sue speciali e oramai famose caratteristiche chimico-fisiche, oltre a permettere una perfetta conservazione del vino, è un contenitore di vinificazione eterno”. 

     

    A questo progetto ha creduto la fornace “Artenova” che con una sperimentazione iniziata per caso e grazie alla disponibilità di qualche amico produttore di vino, ha dato vita a una tecnica che ha varcato i confini nazionali: compratori arrivano anche dall’Australia, come “Trofeo Estate Pty Ldt” di Victoria, ma anche  dalla California, dalla Nuova Zelanda e in Europa da Ungheria, Austria e Svizzera. 

     

    Fra le aziende che nel Chianti e in Italia utilizzano giare prodotte da “Artenova” c’è “Castello dei Rampolla” di Panzano in Chianti, la “Tenuta Casadei” di Pontassieve, i “Fratelli Barba” di Roseto degli Abruzzi, la “Cantina Santadi” a Santadi in Sardegna.

     

    E c’è anche un nome legato alla birra, la “Birra del Borgo” di Rieti. Merito delle capacità creative e imprenditoriali di un’azienda come “Artenova” che ha saputo mettersi in gioco rinnovandosi e merito anche delle straordinarie caratteristiche di una terra unica e inimitabile come quella di Impruneta.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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