Leggendo l’articolo sul passaggio dei bus verso le Quattrostrade (qui) mi sono tornati alla mente i “bussetti” degli anni ’50/’60 che venivano a Quattrostrade.
In confronto ai pullman attuali erano la metà di ingombro e già allora si facevano sentire su quella strada suonando le trombe.
L’autista storico era il Manuelli, che appena arrivato faceva manovra e metteva il Bus in linea di partenza.
Nell’attesa di ripartire faceva un “bisognino” dietro un angolo, ripuliva diligentemente gli specchietti e il vetro di guida e consultato l’orologio ripartiva per Firenze.
La domenica il servizio delle 17 prevedeva un’ora di sosta e ripartivano alle 18.
In quell’ora di attesa ne approfittavano per mangiare qualcosa alla bottega di alimentari di Bruno, dato che la corsa seguente era verso le 20 per tornare a Mercatale dove il bus era
ricoverato in un garage dove ora ci sono gli studi medici in piazza Nova.
Quei bus si possono vedere nei film degli anni ’50; avevano un grande portabagagli sul “tetto” e una scaletta sul retro per salire su.
L’aria quando faceva caldo si prendeva aprendo i finestrini e l’autista era seduto accanto al vano sporgente in cabina che copriva il motore, il quale oltre al calore produceva rumore.
Poi con la nuova tecnica costruttiva i motori sono stati messi orizzontali sotto il
“pavimento” o dietro, in modo da creare meno disagi.
I tempi sono cambiati come sono cambiati i mezzi di trasporto, le strade in molti casi sono rimaste le stesse di anni fa e far circolare i mezzi moderni su queste è un rischio sia per gli autisti che per gli altri utenti.
La soluzione tampone potrebbe essere un bussino/navetta da Mercatale a San Fabiano, anche perché non ci dovrebbero essere molti viaggiatori da trasportare verso il capolinea.
R.B.
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