"Quando eravamo piccoli e andavamo alle elementari, per abituarci al risparmio, la banca ci fornì una piccola “cassaforte” dove depositavamo i pochi spiccioli che ci venivano regalati, e ogni tanto ci portavano in banca a versare il piccolo capitale sul librettino a noi intestato. Questo piccolo capitale ogni anno crescendo andava a formare il nostro “capitale”.
Gli adulti avevano vari metodi di risparmio, o in buoni fruttiferi o depositi vincolati, che a fine anno davano un certo rendimento. Siamo andati avanti così per un certo periodo finché siamo diventati adulti. Nel contempo il sistema bancario è cambiato, sono spariti gli istituti di Diritto Pubblico in favore di incorporazioni e variazioni di assetti in Società per Azioni con la conseguenza che il piccolo risparmiatore si è ritrovato con “la sua piccola barchetta” in pieno oceano con tutti i pericoli del caso.
Sono stati aboliti i libretti di risparmio al portatore e chi aveva due soldi è stato indotto a “imbarcarsi” su nuovi prodotti finanziari: il risparmio gestito, sia in fondi che obbligazioni, o in azionariato puro, il più delle volte non avendo la minima conoscenza di quel che faceva, indirizzato in ciò dall’operatore di turno, col risultato ahimè alle volte disastroso.
Chi si è indirizzato verso il Risparmio gestito si è trovato di fronte all’albero dei miracoli! Si seminano i soldi e si spera che crescano; è andata abbastanza bene fino all’inizio di quest’anno, poi l’albero è appassito e stanno cadendo le foglie (soldi investiti). Chi ci rimette è chi ha investito, i gestori si fanno pagare lo stesso!"
di Roberto Borghi
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