CERBAIA (SAN CASCIANO) – Lo diceva sempre, Giuliano Chiarugi (in foto), per gli amici semplicemente “Ciccio” che se avesse potuto scegliere di che morte morire, sarebbe voluto andarsene all'improvviso e con la pancia piena.
Il destino, amaro nel portarlo via e dolce nell'esaudire il suo desiderio, a suo modo l'ha accontentato. Giuliano Chiarugi, 71 anni, si è spento la sera di sabato 6 luglio durante una cena con gli amici di sempre a Cerbaia.
È successo tutto velocemente: finito di mangiare il primo Giuliano ha iniziato ad accusare forti dolori alla pancia. Pochi minuti dopo non c'era più.
Al funerale, tenutosi lunedì nella chiesa di Santa Caterina a Cerbaia, era presente il paese al completo, per salutare quello che era una vero e proprio pilastro della frazione e in particolare della società sportiva cerbaiola, dove da più di vent'anni svolgeva la mansione di custode “tuttofare”.
“Perdiamo un punto di riferimento – dice Giovanni Di Giulio, direttore generale dell'U.S.D. Cerbaia – “Era una persona responsabile, di fiducia, su cui si poteva contare per tutto. Qualunque cosa mancasse, si andava da Giuliano e lì c'era”.
Di Giulio ricorda un episodio di gioventù vissuto con Giuliano: “Eravamo a fare il bagno al lago del Madrigale, vicino alle Croci e non riuscivamo più a risalire: eravamo tutti veramente impauriti tranne lui, che sguazzava in mezzo al lago, rideva come un pazzo e faceva: “O che un volete ridere, s'affoga tutti oggi!”".
Patrizia e Rosanna, sorelle minori di Giuliano, lo descrivono così: “Disponibile a tutto, non si lamentava mai, sempre allegro, generoso a non finire e… mangiatore fuori di misura, e si vede”, sorridono.
Mamma Bruna, con cui Giuliano viveva e conservava un rapporto speciale fatto di scherzi, screzi e amore, dal suo letto interviene: “Sì ma quando nacque, era talmente piccolo che stava in una scatola da scarpe!”.
Le sorelle sottolineano la grande generosità di Giuliano: “Se gli chiedevi una cosa, lui te ne portava dieci, era davvero molto generoso”.
Mamma Bruna, ci tiene a precisare, con gli occhi illuminati: “Ma non era generoso solo con le persone a cui voleva bene, lui era generoso con tutti, con il mondo intero!”.
“Giuliano era anche sensibile, aveva la lacrima facile – continua Rosanna – mi ricordo quando l'anno scorso, per i suoi 70 anni gli abbiamo fatto una festa a sorpresa, con tutti gli amici di sempre: quando entrò in casa gli vennero subito gli occhi lucidi”.
Nel tratteggiare la figura di Giuliano Chiarugi non si può non citare la località di San Candido, in provincia di Bolzano, dove tutte le estati da 29 anni a questa parte andava a trascorrere le vacanze estive, assieme ai suoi amici cerbaioli.
“Appena poteva andava lassù, a trovare la famiglia proprietaria dell'hotel in cui andavano sempre. Quella per lui era davvero una seconda famiglia”, conclude Patrizia.
Quest'estate sarebbe stata la trentesima della vita di Giuliano, trascorsa nel paesino di montagna, così diverso da Cerbaia ma in fondo molto simile nell'amore che gli ha saputo dare.
di Andrea Alfani
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