SAN CASCIANO – “Anche il circolo Arci di San Casciano ha aderito (insieme a CGIL, CISL, UIL, ANPI Bagno a Ripoli, Impruneta, Mercatale, Barberino Tavarnelle e i Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Impruneta, Greve in Chianti, San Casciano) alla presentazione della Carta Antifascista del Chianti”.
Lo rimarcano, con orgoglio, dalla casa del popolo di via dei Fossi: “L’obiettivo condiviso è quello di creare un sistema di azioni comuni contro il fascismo e le discriminazioni”.
“Le parti firmatarie – prosegue il circolo Arci sancascianese, presieduto da Danilo Malquori – si impegnano a consolidare azioni comuni volte ad affermare la cultura dell’inclusione nel rispetto e nella totale affermazione della nostra Carta Costituzionale”.
“Il linguaggio, gli atteggiamenti che da troppi anni vengono riproposti, non solo dai mezzi di comunicazione, ma anche attraverso l‘azione legislativa che istigano l’odio razziale, la discriminazione, il sessismo, l’omofobia, non appartengono alla nostra storia e alla nostra cultura libera e democratica nata dai valori della resistenza e dell’antifascismo e così scritta nella Costituzione” recita la carta.
“La nostra natura è chiara, siamo un’associazione antifascista – dichiara il presidente Danilo Malquori – e questo è già oggi il nostro comportamento, tuttavia è bene ribadire questi concetti, che talvolta sembrano sfumare nel pressappochismo, dimenticando il passato che ha portato tanti lutti e tanti soprusi”.
“Pertanto – prosegue – siamo stati contattati, al pari di altri circoli Arci sul territorio, per sottoscrivere il documento. E abbiamo dato la nostra ampia disponibilità poiché per noi è già così; ed il passaggio formale della sottoscrizione impegna il consiglio attuale e quelli che verranno, a mantenere il comportamento in linea con tale Carta”.
Nello specifico caso l’Arci garantisce “la non concessione di spazi ad associazioni o iniziative che si richiamano ideologie di intolleranza, razzismo e tutto ciò che richiama alla cultura di esclusione fascista”.
Promuove “iniziative di inclusione dalla scuola d’italiano per stranieri, al ballo, ai turni in pizzeria, alla ludoteca, al cineforum, al teatro, ai concerti e a tutte le attività sociali che contribuiscono al miglioramento della vita di relazione della nostra comunità”.
Non solo, l’Arci di San Casciano ha una redazione (di giovanissimi, dai 15 ai 20 anni) che produce l’organo di stampa “Giorni nostri” in uscita proprio nelle “date rosse” del calendario: 8 marzo, 25 aprile, 1 maggio, Festa della Toscana.
“La volontà – riprende Malquori – è proprio quella di ribadire che l’Arci è un luogo che si fonda sui valori della resistenza, del lavoro, dell’uguaglianza, in linea e ispirazione permanente con l’articolo 3 della nostra Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge , senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…“.
“Oggi il circolo Arci di San Casciano è chiuso – sono ancora le parole del presidente – ad esclusione della pizzeria, a causa delle norme anti Covid via via emanate. E questo, a nostro parere, è un danno per la comunità. Sprattutto se, come nel caso del nostro circolo, vi sono ampi spazi per adempiere a tutte le prescrizioni anti Covid emanate; troviamo anche ingiusto il differente trattamento con le strutture a licenza pubblica, che invece talvolta non hanno gli spazi per poter facilmente seguire le disposizioni anti contagio”.
“Per questo – conclude – abbiamo aderito alla campagna promossa da Arci e Acli per sensibilizzare il Governo a tenere in considerazione le nostre realtà, che sono anche fonte di reddito per i lavoratori lì impegnati”.
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