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domenica 6 Ottobre 2024
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    Antenne (per la telefonia) selvagge: il sindaco di San Casciano si scaglia contro le norme nazionali

    "Ci siamo dotati di un piano delle antenne per dialogare attivamente con gli operatori, ma solo le aziende possono decidere se seguirlo o meno. Che senso ha?"

    SAN CASCIANO – “Che legge è quella che tiene un Comune fuori dalla valutazione delle aree dove installare un’antenna sul proprio territorio? Per quale motivo la normativa nazionale, che disciplina il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazione, non tiene minimamente conto della volontà e delle indicazioni di un ente pubblico che lavora nell’esclusivo interesse della sua comunità, in un approccio di piena prossimità e vicinanza rispetto a quelli che sono i bisogni e le esigenze delle cittadine dei cittadini che vivono e lavorano nel Chianti?”.

    A chiederselo è il primo cittadino di San Casciano, Roberto Ciappi, che non usa mezzi termini per scagliarsi contro i contenuti di una normativa (Legge 36 del 2001), quella relativa alla collocazione delle antenne nelle aree pubbliche e private, che definisce “ingessata e piena di limiti”.

    La battaglia del sindaco chiantigiano è finalizzata a chiedere alle alte rappresentanze dello Stato di intervenire e modificare l’attuale decreto legislativo che, assimilando gli impianti di telecomunicazione alle opere di urbanizzazione primaria, considera gli stessi compatibili con qualsiasi zonizzazione.

    Solo per citare gli ultimi casi, prima l’antenna realizzata poco fuori Montefiridolfi, ora un altro paio in corso d’opera, a Mercatale e in zona Canciulle: cittadini arrabbiati, Comune indicato come “colpevole”.

    “Ci siamo dotati di un piano antenne per dialogare attivamente con gli operatori, ma solo le aziende possono decidere se seguirlo o meno” riprende Ciappi.

    “Non si comprende – prosegue – perché un Comune non possa essere considerato come parte attiva e decisiva nella definizione delle localizzazioni più congrue. Ci siamo dotati di un piano che risponde, appunto, alla necessità di interagire con le società ma secondo la legge l’unico soggetto che può decidere di procedere nella sua piena discrezionalità è il gestore delle telecomunicazioni”.

    Roberto Ciappi

    Ed è questo il punto che il sindaco Ciappi ha deciso di contestare pubblicamente.

    “Una legge – rilancia – distante dalle peculiarità e dai bisogni di un territorio e su cui non abbiamo alcun margine di manovra come ente pubblico, anche solo in una forma di dialogo con i nostri interlocutori, non è una legge che favorisce l’interesse della sua comunità”.

    La collocazione delle antenne nel territorio comunale non è di competenza del Comune ma solo dello Stato.

    “Trovo assurdo – incalza – che, pur avendo un piano degli impianti quale traccia dalla quale partire per realizzare gli interventi, le linee indicate dal Comune non debbano essere minimamente valutate dall’operatore che diventa l’unico soggetto in grado di definire le collocazioni”.

    “Non ci rassegniamo di fronte agli evidenti limiti di questa normativa – insiste il sindaco – lavoreremo per valutare proposte e chiedere soluzioni alternative che possano andare incontro alle reali esigenze della nostra comunità, avendo come primario obiettivo quello della salute pubblica”.

    “Inoltre auspichiamo che quando si attiva un dialogo tra le società di telecomunicazioni e i soggetti privati – conclude – si assuma un atteggiamento interlocutorio, basato sul confronto e sul dialogo con l’amministrazione comunale per valutare le proposte migliori e più adeguate alle caratteristiche paesaggistiche e ambientali del nostro territorio”.

    “In un’ottica di massima trasparenza e supporto informativo – fanno sapere dal palazzo comunale – l’amministrazione e gli uffici comunali sono a disposizione dei cittadini per ogni eventuale richiesta di approfondimento e chiarimento”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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