SAN CASCIANO – Di nuovo insieme, sognando cammini di pace. E’ questo ciò che si legge sul volantino del programma della “Festa della Madonna”, che dall’11 al 18 settembre si svolgerà al Convento dei Frati Cappuccini in via Grandi 59, a San Casciano.
Volontarie e volontari, insieme ai Cappuccini, hanno già allestito il Convento per accogliere in questi giorni la festa. Tra le tante iniziative sarà sempre aperto il Mercatino nel chiostro del Convento.
Oggi, domenica11 settembre, alle 11 la Santa Messa di inizio festa, presieduta da frate Valerio Mauro, Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini della Toscana, con il rinnovo delle promesse matrimoniali.
Al termine della celebrazione sarà benedetta la nuova Croce su via Grandi, davanti all’ingresso del Convento, sostituita in quanto la precedente si era spezzata.
E su questa Croce, grazie alle ricerche fatte da frate Fabio (consultatosi con l’archivista dei frati), è venuta fuori una bellissima storia che riguarda San Casciano, ai più sconosciuta.
La Croce, posta in quella che oggi è via Achille Grandi, fu eretta tre settimane dopo un evento eccezionale. Lì di fronte sarebbe sorto il Convento dei Frati Cappuccini: siamo nell’anno 1653.
Dal volume II del ricercatore Ubaldo Morozzi, “Storia dei Conventi Cappuccini Toscani dalla fondazione al 1704. La storia dell’Ordine da un manoscritto inedito di Fra Filippo Bernardi da Firenze” si apprende che il Convento di San Casciano “… è stato contrassegnato da Dio con l’apparizione di S. Antonio Abbate prima della fondazione, come diremo appresso”.
Ebbene, la notizia è che a un bambino di circa 12 anni di San Casciano, tale Paolo Domenico Lucchesi, mentre si trovava nel Fossatino, luogo tra l’attuale Convento e la Pieve di Santa Cecilia a Decimo, apparve Sant’Antonio Abate.
Di questa apparizione testimonierà sotto giuramento per cinquanta volte davanti a Padre Vincenzo da Fiorenza, Guardiano di San Casciano, e di altri religiosi. Riportiamo fedelmente ciò che ha scritto, Filippo Bernardi nel manoscritto.
A di 15 Marzo 1682
Si fa fede indubitata per me Paolo di Domenico Lucchesi nativo di S. Casciano di Firenze, d’età di 50 anni, come la verità è, che havendo io 12 anni in circa, mio Padre un giorno dopo desinare volle andare a civettare da se solo fuori di S. Casciano nel fossatino, che in hoggi viene in mezzo tra la Clausura dietro il Corodè Cappuccini, e la pieve di S: Cecilia a Decimo.
Io, come quello, che havendo volontà di havere un Uccellino di quelli che era per pigliare mio Padre, andai colà per cercarlo; et essendo giunto in detto fossatino in una delle viottole, la superiore, mentre stavo guardando se vedevo il mio Genitore, udij un campanellino, che a distesa sonava, al qual suono mi sentii tutto intenerire l’interno: dove voltaromi verso il suono, veddi un Vecchio venerando nel Poggiolo chiaramente senza veruno impedimento, il quale luogo dichiarerò sotto.
Questi haveva la barba quasi sino a cintola, con Abito nero; e tutto che nella sinistra tenesse la gruccia, con essa sonava anche il campanello.
Io a prima vista quantunque il mio cuore si liquefacesse da un’allegrezza di Paradiso, che mi sentivo rincrescere, perché cercavo il mio Genitore; gridai ad alta voce, mio Padre!
Allora quel Vecchio che poi ho tenuto fosse S. Antonio Abbate, mi guardò e mi fece vedere il suo Porcellino…
Si fermò finalmente il Santo vecchio, e vistomi più intento in Cielo, che in terra dal giubilo del mio cuore; veddi che alzò la mano, et in modo di Croce mi benedisse; et io voltatomi verso il Cielo in quello stupore riguardai, e il Santo era sparito.
Così l’11 ottobre 1653 si tenne una cerimonia religiosa con la popolazione, prelati, e trenta Frati Cappuccini.
Che dalla Pieve di Santa Cecilia a Decimo partirono in processione, portando sulle spalle la pesante Croce fino a quel luogo, detto comunemente la Salvietta, dove fu eretta e benedetta.
Lo stesso luogo in cui frate Valerio Mauro benedirà la nuova Croce.
Il lavoro è stato svolto grazie all’associazione di volontari “I Pellegrini Mercatalini”, che in maniera gratuita hanno prestato la loro opera. La Croce è stata donata dalla Manetti Legnami di Tavarnuzze.
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